Il ritorno di Stani Labonia
Di nuovo!: il ritorno di Stani Labonia. Di Nuovo! (RetroRecords 2024 | distr. Audioglobe). 7 tracce | 28.55 min. A oltre quarant’anni di distanza dal disco d’esordio ‘Amarsi’, suonato con Enzo Avitabile, Jenny Sorrenti e tanti altri nomi del Naples Power, il professore-cantautore pubblica il suo secondo album sull’onda di una insopprimibile urgenza espressiva. «Di […]
Di nuovo!: il ritorno di Stani Labonia.
Di Nuovo!
(RetroRecords 2024 | distr. Audioglobe).
7 tracce | 28.55 min.
A oltre quarant’anni di distanza dal disco d’esordio ‘Amarsi’, suonato con Enzo Avitabile, Jenny Sorrenti e tanti altri nomi del Naples Power, il professore-cantautore pubblica il suo secondo album sull’onda di una insopprimibile urgenza espressiva.
«Di nuovo! esprime il sorprendente affermarsi del bisogno di fare musica così come questa necessità si è imposta al di là di ogni premessa e conclusione logica: che senso ha tornare a fare musica dopo 45 anni? La musica è cambiata! Non hai possibilità, ecc., mi è stato detto. Ma non c’è stato niente da fare nonostante le mille obiezioni. La musica è imprevedibile, anche violenta, irragionevole ed irrazionale. La musica è comparsa di nuovo, inaspettata, nella mia vita».
Sono le parole di Stani Labonia, che quarantasei anni dopo il suo debutto, il cult-album Amarsi, torna alla musica con un prepotente e catartico bisogno espressivo, affidato al secondo album Di nuovo! (Retro Records/Audioglobe). È un ritorno che incuriosirà non solo i cultori della canzone d’autore italiana più oscura e dimenticata, ma in generale gli amanti della musica sentita, pensata, realizzata e vissuta fuori dal tempo, sull’onda di una urgenza artistica insopprimibile.
Nato a Bolzano nel 1950, trasferitosi a Napoli nel 1968, folgorato dalla Londra di fine anni ’60 poi di nuovo in azione negli ambienti musicali partenopei degli anni ’70 con Alan Sorrenti, Pino Daniele, Toni Cercola, Peppe Vessicchio, Saint Just, Franco Giacoia e altri, Stani Labonia debuttò nel 1978 con la IT di Vincenzo Micocci, che pubblicò il suo primo e unico album Amarsi. Un disco di culto al quale parteciparono nomi di punta del Naples Power come Enzo Avitabile, Piero Gallo, Gianni Guarracino, Jenny Sorrenti ma anche il compianto Gaio Chiocchio. Amarsi resterà un titolo isolato, la vita di Stani sarà interamente dedicata all’insegnamento universitario fino al 2022, quando la ristampa di Amarsi da parte di LaMatta Records e soprattutto la scomparsa del figlio Davide lo hanno spinto a una irresistibile necessità creativa nonostante la profonda trasformazione dell’industria musicale e delle abitudini degli ascoltatori.
Di Nuovo! è nato come un lavoro terapeutico, di rigenerazione, ed è stato realizzato in un periodo di circa sei mesi: la lunga scrematura di una ventina di pezzi composti nell’ultimo biennio ha portato Stani Labonia a individuare sette canzoni che in larga parte hanno mantenuto intatta l’ossatura e l’impianto strumentale delle creazioni originali. Per la realizzazione è stato decisivo il contributo di pochi ma straordinari musicisti tra cui Francesco Albano, Francesco Vitiello e Antonio Catalano il quale, appassionatosi al progetto, ha assunto in corso d’opera il ruolo di produttore artistico.
Il senso della vita e il cambiamento, la presenza e la mancanza, il desiderio di osare tra alta quota e confini dei sentimenti, il sesso, la memoria e la morte: questi i temi chiave delle nuove canzoni di Stani Labonia, che affascinano per l’onestà, la fragranza, il desiderio di esserci nonostante i mutamenti della musica. Dopo l’uscita digitale su tutte le piattaforme, Di nuovo! sarà pubblicato in vinile venerdì 18 ottobre.
Di nuovo! è anche il primo titolo della Retro Records, la nuova etichetta inaugurata da Audioimage (già presente sul mercato con le label Agualoca Records, Italian World Beat e la stessa Audioimage, una linea di colonne sonore su vinile e digitale del nuovo cinema indipendente italiano) e dedicata a progetti di cantautorato a 360 gradi, con distribuzione Audioglobe.
Audioimage: https://www.audioimage.eu/it/pagina-principale/
STANI LABONIA BIO.
Musicalmente nasce a Bolzano (anche anagraficamente, nel 1950) con i Doctor’s Brown Fuzz Band, tra i primi gruppi che negli anni ’60 suonavano avanguardie in Italia. Trasferitosi nel 1968 a Napoli sbarella completamente e per non impazzire se ne va a Londra dove vive appieno la magnifica epopea musicale di fine decennio. Tornato a Napoli si muove nell’ambiente di gruppi e autori come Alan Sorrenti, Pino Daniele, Toni Cercola, Peppe Vessicchio, Saint Just, Franco Giacoia, per poi approdare alla IT di Vincenzo Micocci.
Pubblica il suo 33 giri d’esordio Amarsi nel 1979 e il 45 giri Paola/6878 l’anno seguente. Suona dentro e fuori la sala d’incisione con Enzo Avitabile, Jenny Sorrenti, Gianni Guarracino, Toni Cercola, Gaio Chiocchio. In quel periodo scrive alcune canzoni per altri: nel 1978 Magico sabato (The Lolliman) con Gaio Chiocchio e Benito Simoncini (sigla TV Apriti Sabato) e nel 1982 Coccinelle (Heather Parisi) con Gaio Chiocchio, Silvio Capitta e Franco Miseria.
Ma non accade nulla. Sicché Stani lascia avanzare la carriera universitaria fino al termine del suo percorso lavorativo.
Nel 2022 succedono due cose: un imprevedibile contatto con LaMatta Records, che porta alla ripubblicazione del suo primo Lp Amarsi e la drammatica scomparsa del primo figlio Davide. Quest’ultimo episodio farà esplodere il bisogno catartico e creativo di musica, ben oltre i confini di ciò che ha senso fare in un mercato musicale totalmente trasformato, per mezzi e strumenti disponibili, rispetto a quello di fine anni ’70. Ma tant’è, ha comandato la musica. Così Stani Labonia, a quarantasei anni dal suo debutto, torna con il suo secondo disco: si chiama Di nuovo!.
DI NUOVO! CANZONE PER CANZONE SECONDO STANI LABONIA.
Forse.
La canzone può ingannare l’ascoltatore, forse. È canzone semplice nella linea melodica, per la sua leggerezza un po’ anni sessanta e complessa sul piano letterario. Il testo può essere inteso attraverso due passaggi: uno evolutivo relativo alla vita delle persone, da bambini e da adulti con il diverso sentimento che accompagna nelle due età l’interrogarsi sul senso della vita. La strofa in cui si dice che la vita sia un soffio nel niente è ripetuta due volte e nel finale il mood è totalmente diverso rispetto a quando ad esprimere il pensiero è un bambino. Il secondo passaggio riguarda il tema della sessualità infantile, tabù estremo nella mente dell’adulto ma vitale e presente in ogni fase della vita. Politicamente scorretto? Forse.
Canzone d’alta quota.
È l’unica canzone non scritta da Stani Labonia, di Antonio Catalano, ma accolta ed interpretata con viva partecipazione quasi a sentirla propria perché parla dei sentimenti rarefatti in alta quota, del bisogno di andare oltre fino a far venir meno il fiato. È una canzone dedicata alla montagna, perfetta per ricongiungersi con le proprie origini altoatesine.
Ennio al tramonto.
È dedicata a ciò che rimane nel più profondo del cuore e che non c’è più. Piuttosto è l’assenza e mancanza di qualcuno o qualche cosa a rendere ancora più presente quel volto, quella voce, quella canzone. La canzone celebra la presenza dell’assenza e il gioco dei rimandi tra ciò che non c’è ma c’è (nei ricordi) e ciò che c’è ma non c’è (in quanto mancante).
Quel che resta.
Un po’ come in Ennio entra in gioco la memoria e la fantasia. In questo caso al centro della canzone non ci sono l’amore e i sentimenti ma solo i pensieri indecenti.
A modo mio.
È la canzone dedicata ai propri demoni, come nel romanzo di Dostoevskij. Il sesso e la morte in fondo sono un gioco, pericoloso ma proprio per questo follemente degno di sfida. Al giocatore piace la sfida impossibile e la tentazione del gioco estremo, non importa se associata alla sconfitta.
Mare di ghiaccio.
Dedicata al rigido inverno delle relazioni, all’impossibilità di vivere l’amore come una liberazione. Perché l’amore genera catene. L’inganno dell’amore sta proprio nell’essere così desiderabile da imporsi nella vita degli uomini e delle donne ponendosi come irrinunciabile. E poi ci sono le trappole della routine quotidiana, della cosiddetta realtà, delle cose del mondo ordinario. Un inesorabile mare di ghiaccio cristallizza le vite umane e il vivere sociale attraverso la ricorsività dei gesti d’ogni giorno e l’assimilazione degli stili di vita. Ma proprio per questo in amore esiste l’ambivalenza: sfuggiamo alla tirannia dei sentimenti e del sesso perché i sentimenti ed il sesso ci rendono prigionieri. Fuggiamo da ciò che può sembrarci desiderabile (il desiderio è la porta della prigione) ma poi la prigione ci manca.
Adieu.
Qui tutto è vago, ondeggiante tra spazio e tempo. Una giovane prostituta è il personaggio chiave della canzone. Una giovane prostituta dal sesso incerto, come si dice oggi liquido il cui ricordo riaffiora nella mente di un cantore che l’ultimo verso della canzone svela essere segnato dal dissolversi della memoria. Dunque Adieu è l’epilogo della memoria. A ricordare la scena finale con Hall 9000 di 2001 di Stanley Kubrick, la vita è lo spazio interno dei sentimenti e delle sensazioni. Se vogliamo essere ruvidi e brutali è il canto dell’Alzheimer.
Leggi anche: Perché la reunion degli Oasis è la nostalgia di una generazione
No Comment! Be the first one.