Perché la reunion degli Oasis è la nostalgia di una generazione
Il ritorno degli Oasis fa subito sold out. La notizia della reunion degli Oasis ha scosso il mondo della musica e non solo, portando tantissimi fan sui siti appositi nella speranza di accaparrarsi i biglietti per le date di Irlanda, Inghilterra, Galles e Scozia. Le uniche annunciate che già sono sold out con 1,4 milioni […]
Il ritorno degli Oasis fa subito sold out.
La notizia della reunion degli Oasis ha scosso il mondo della musica e non solo, portando tantissimi fan sui siti appositi nella speranza di accaparrarsi i biglietti per le date di Irlanda, Inghilterra, Galles e Scozia. Le uniche annunciate che già sono sold out con 1,4 milioni di biglietti venduti. Alcuni inneggiano criticamente con spirito di contraddizione a questo fenomeno, ma forse bisognerebbe analizzare bene cosa rappresentano e hanno rappresentato gli Oasis per molti.
Gli Oasis, l’inno della “Gioventù Ribelle”.
Gli Oasis sono emersi negli anni ’90, un periodo in cui la musica cercava nuove voci per esprimere l’insoddisfazione e il desiderio di cambiamento di una gioventù che si sentiva incompresa e ribelle. Brani come “Live Forever”, “Cigarettes & Alcohol” e “Supersonic” sono diventati inni di una generazione che aspirava a qualcosa di più grande della monotonia quotidiana. Le loro canzoni erano una chiamata alla libertà e all’indipendenza, parlando direttamente al cuore di milioni di giovani che si sentivano confinati dalle aspettative della società.
I testi degli Oasis, scritti principalmente da Noel Gallagher, trattavano temi universali come l’amore, la perdita, la speranza e la disillusione. “Wonderwall” e “Don’t Look Back in Anger” non sono solo successi radiofonici, ma racconti di vita che moltissimi giovani adesso più adulti hanno fatto propri. Questi brani sono diventati parte della colonna sonora personale di milioni di persone, accompagnandole nei momenti più significativi della loro vita, dalle feste con gli amici alle riflessioni solitarie.
Grazie al movimento Britpop, genere musicale che ha dominato la scena negli anni ’90 è nata una sorta di nuova carica contemporanea che ha dato alla band una forte identità propria. Le personalità forti e contrastanti dei due fratelli prima di farli separare hanno contribuito a creare l’immagine di una band molto particolare e in contrasto quanto autentica, che non aveva paura di mostrarsi per quello che era, nel bene e nel male. Altro elemento in cui i giovani dell’epoca hanno potuto rispecchiarsi.
Gli Oasis come fenomeno culturale.
Non solo musica, però: l’influenza degli Oasis si è estesa anche alla moda, con lo stile casual ma distintivo di Liam Gallagher che ha ispirato migliaia di giovani. Questa band ha rappresentato una voce autentica della classe operaia britannica in un periodo di grande cambiamento sociale nel Regno Unito.
Le canzoni degli Oasis sono diventate inoltre parte integrante della cultura popolare essendo state usate in una vasta gamma di film e serie TV, amplificando il loro impatto emotivo. Come dimenticare l’iconica scena di “The O.C.” che cita Spiderman ed è accompagnata da “Champagne Supernova” o l’uso di “Don’t Look Back in Anger” in “Chuck” (di recente la abbiamo ascoltata anche come colonna sonora della serie di Zerocalcare “Questo mondo non mi renderà cattivo”) oppure “Stop Crying Your Heart Out” che accompagna una puntata di “Smallville”, e potrei andare avanti ancora a lungo.
Gli Oasis non sono stati, all’epoca quindi, solo una band, ma un fenomeno culturale. Hanno definito uno stile di vita.
Dallo scioglimento del 2009 alla reunion.
Nonostante il loro successo straordinario, la relazione turbolenta tra i fratelli Gallagher ha portato alla fine della band nel 2009. I loro litigi erano leggendari e spesso esplodevano pubblicamente. Sebbene la creatività che alimentava la loro musica fosse in parte dovuta a questa rivalità, alla fine le divergenze personali superarono la loro capacità di lavorare insieme.
Ecco perché fin dall’annuncio del nuovo tour previsto per il 2025 sono fioccati memes e battute ironiche sul fatto che potrebbero nuovamente discutere e separarsi, così come riferimenti al bisogno di soldi come unica ragione per intraprendere questo tour. Non viviamo nel mondo di Candido, è ovvio che i soldi stiano muovendo questo progetto (così come tanti altri, essendo il mondo della musica un business a tutti gli effetti), tuttavia, al di là di questo, il ritorno degli Oasis rappresenta una sorta di macchina del tempo, capace di trasportare verso emozioni intense e spesso malinconiche.
La loro musica è una connessione tangibile a un periodo più semplice e spensierato della vita, ricordi di adolescenza e giovinezza, di amicizie, amori e scoperte. La reunion rappresenta quindi la possibilità di rivivere quegli anni d’oro, di tornare a sognare e a credere che, in fondo, non bisogna mai guardare indietro con rabbia.
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