Affidamento dei figli e diritti di visita ai tempi del COVID19
Affidamento dei figli e diritti di visita per i genitori separati/divorziati ai tempi del Covid-19: la disciplina. Nel mese di Marzo abbiamo assistito al legiferare di numerosi DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) e di Circolari interpretative da parte dei rispettivi Ministeri. Nella sostanza viene imposto ai cittadini italiani di restare in casa, […]
Affidamento dei figli e diritti di visita per i genitori separati/divorziati ai tempi del Covid-19: la disciplina.
Nel mese di Marzo abbiamo assistito al legiferare di numerosi DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) e di Circolari interpretative da parte dei rispettivi Ministeri. Nella sostanza viene imposto ai cittadini italiani di restare in casa, e di uscire solo per motivi strettamente correlati ad esigenze lavorative, di salute, cause di necessità.
Per le prime due categorie non si pone, almeno per il momento, nessun dubbio interpretativo, ma per la terza categoria non può dirsi lo stesso. Infatti, i genitori separati e/o divorziati si sono domandati se il diritto di vedere i figli (cd. affido condiviso) costituisce una causa di necessità che legittima l’uscita dalla propria abitazione.
Se da un lato il mancato rispetto dei provvedimenti (cd. Ordinanze Presidenziali) emanati dai Tribunali Italiani in ordine all’affidamento condiviso può costituire un motivo di responsabilità civile e penale da far valere nelle competenti sedi opportune, dall’altro le restrizioni imposte con i DPCM e il diritto alla salute garantito dalla Costituzione, impongono al genitore di non rispettare quei provvedimenti.
Facciamo chiarezza: la giurisprudenza è intervenuta chiarendo che il genitore separato/divorziato può uscire di casa per recarsi presso l’abitazione dell’ex coniuge ed incontrare i figli o, se previsto, portarli presso la sua abitazione per il pernotto, ciò costituisce una causa di necessità… serve però l’autocertificazione!
Alcuni Tribunali tra cui quello di Milano hanno poi dettato alcuni vademecum su come organizzare e gestire i diritti di visita, privilegiando l’utilizzo di mezzi informatici nel caso di minori inferiori ai 5 anni. Tutto questo appare fattibile se entrambi i coniugi vivono nello stesso Comune.
Ma cosa succede se uno dei due genitori vive in un Comune diverso?
Sempre secondo la giurisprudenza anche nell’ipotesi in cui uno dei due genitori viva in un Comune diverso è consentito uscire di casa portando con se l’autocertificazione per incontrare i propri figli. In realtà però nell’ultimo periodo il peggioramento della situazione ha visto insorgere i genitori collocatari preoccupati per la salute dei figli minori e di loro stessi.
Negli ultimi giorni si sta assistendo ad una inversione di tendenza da parte di alcuni Tribunali che, su presentazione del ricorso da parte del genitore collocatario, stanno modificando i provvedimenti iniziali, vietando il diritto di visita dell’altro genitore, perché non si deve in alcun modo mettere a rischio la salute dei minori e dell’ex.
In parole molte semplici: il diritto alla salute prevale sul diritto di visita.
Tutto questo sta provocando non pochi problemi dal punto di vista giuridico, sociale e psichico, ma nessuno sembra essersi accorto, perché troppo presi a combattere il Coronavirus. Prima che sia troppo tardi è doveroso fermarsi a riflettere su questi problemi per trovare soluzioni che contemperino sia il diritto di vista del padre che la salute dell’ex e del minore.
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