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Streaming: dal gioco al lavoro. Ecco in quali ambiti si usa

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Streaming: dal gioco al lavoro.

Piattaforme di cinema, documentari e serie TV, musica, videogames in cloud, youtubers, iGaming, lezioni scolastiche e universitarie, podcast, trasmissioni, concerti ed eventi live, riunioni di lavoro e corsi di formazione. La tecnologia dello streaming ha raggiunto un numero sterminato di campi di applicazione, per giunta da ogni device: PC, tablet e smartphone, complice una connessione ormai stabile praticamente ovunque. Divertimento, lavoro e tempo libero sfruttano costantemente la forza e la diffusione di una tecnologia che unisce le persone in rete e stimola i flussi di comunicazione e informazione.

Che sia on demand o in diretta, lo streaming identifica un flusso multimediale o audiovisivo trasmesso da una sorgente e veicolato verso una o più destinazioni attraverso una rete telematica che utilizza protocolli applicativi RTP e RTSP, e protocolli UDP per il trasporto. La distribuzione può essere multicast, unicast, HTTP e peer-to-peer. In altre parole si tratta di contenuti audio o video trasmessi attraverso internet, fruibili dall’utente finale senza l’obbligo di dover scaricare file aggiuntivi (oltre a quelli base) che occupano spazio di archiviazione sul proprio dispositivo. In pratica, la maggior parte di ciò che vediamo e ascoltiamo online è in streaming. 

Il settore audio è uno dei più coinvolti in ambito streaming.

Secondo L’ultima ricerca “Engaging with Music 2022” realizzata da IFPI, in Italia esistono almeno sette modalità di fruizione digitale della musica tra cui video streaming, abbonamenti audio streaming, streaming on demand basato sulla pubblicità e live streaming (oltra a social media, short form video e piattaforme di gaming). YouTube in testa con il 46,8 %, Spotify 28,8%, Amazon 9,7%. E se da un lato cala il fenomeno della pirateria musicale, dall’altro avanza il conflitto con l’Intelligenza Artificiale: è infatti in itinere il processo normativo per evitare che le opere generate dalla IA senza autorizzazione danneggino la creatività di autori e artisti. Vedremo come andrà a finire.

Su versante videogames in cloud, lo streaming funziona analogamente a quello audio e video. Le funzionalità di base si ottengono grazie al download delle componenti essenziali, mentre in streaming vengono trasmessi nuovi livelli, contenuti e risorse tramite l’opzione on demand. Protagonisti indiscussi: Microsoft, Google, NVIDIA, Sony, Shadow e Nintendo con i vari Xbox Game Pass, PlayStation Plus Premium, Google Stadia, NVIDIA GeForce Now, Shadow Power e Nintendo Switch. Dominano il mercato con centinaia di titoli per giocare online. Da non sottovalutare nemmeno migliori siti casino live, che pur offrendo una tipologia di passatempo più semplice in termini di grafica e gameplay, consente di giocare e interagire con i dealer/croupier ed altri giocatori collegati da altre parti d’Italia o del mondo, sfruttando la possibilità di vincere premi reali. Inoltre, la potenzialità delle dirette streaming su internet, riproduce un’atmosfera assimilabile ad una vera sessione di gioco dal vivo.

Il settore video in senso stretto è ovviamente uno dei più dinamici in senso assoluto.

Tra le nuove frontiere dello streaming futuro spuntano il co-viewing e i video interattivi. Nel primo caso si tratta di ambienti virtuali in cui gli spettatori possono ritrovarsi per guardare assieme lo stesso contenuto multimediale. Certo, verrebbe da chiedersi, ostacoli insormontabili a parte, perché non farlo dal vivo. Quello dei video interattivi, già lanciato da Netflix con Blackmirror Bandersnatch, è invece il nuovo trend con cui l’utente può assumere decisioni e interagire con i video,  modificando di fatto la trama in base alle proprie scelte. Si prevede una doverosa impennata, quantomeno in termini di interesse, ed entrerà a far parte del catalogo di numerose piattaforme.

Secondo Statista (il portale tedesco che raccoglie e analizza i dati delle ricerche di mercato in ambito economico e statale) il mercato dello streaming video varrà 101 miliardi di dollari entro il 2024,  pari a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 12,5% nel quadriennio 2021-2024. Il futuro prevede però uno scenario fatto di rialzo dei prezzi per l’utente finale e forti fusioni, o acquisizioni tra i vari player, segno che il mercato sta raggiungendo un certo livello di saturazione.

Leggi anche: Netflix annuncia lo stop alla condivisione degli account: la tecnologia basterà?

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