A Milano Jole de Pinto discorre sul tema “Dove va l’Umano?”
Jole de Pinto: “Dove va l’Umano?” Mercoledì 15 maggio si è svolta a Milano presso la sede della “Fondazione Pasquale Battista” (feconda associazione culturale con Presidente l’ing. Flavio Augusto Battista, figlio dello storico Pasquale) con splendida vista sul Castello Sforzesco, il quarto appuntamento di “Cafès Littèraires – Dialoghi d’Autore”, incentrati questo 2024 sul tema di […]
Jole de Pinto: “Dove va l’Umano?”
Mercoledì 15 maggio si è svolta a Milano presso la sede della “Fondazione Pasquale Battista” (feconda associazione culturale con Presidente l’ing. Flavio Augusto Battista, figlio dello storico Pasquale) con splendida vista sul Castello Sforzesco, il quarto appuntamento di “Cafès Littèraires – Dialoghi d’Autore”, incentrati questo 2024 sul tema di “Dove va l’Umano? – Spunti per un nuovo Umanesimo”.
Ospite dell’evento è stata la prof.ssa Jole de Pinto, pluripremiata poetessa e prolifica saggista, con titolo dell’incontro “Poesia, blues dell’Anima”. Ha spaziato su molteplici temi: dalla letteratura all’attualità, dalla storia alla Spiritualità, dallo sport all’umanità, dalla società ai giovani, dalla grecità al presente fino al prossimo futuro. Tra ricordi ed opinioni, ha letto alcune poesie tratte dalle sue sillogi, attinenti agli argomenti trattati. Tra cui l’inedito “Cattivi Maestri”
Arguta moderatrice del dibattito è stata la dott.ssa Maria Giovanna Garuti (Senior Partner della Società di Consulenza ISMO) che afferma: “Le parole di Jole de Pinto hanno illuminato una piovosa giornata milanese. Ho avuto il piacere di dialogare con Lei per oltre due ore, passate in un lampo. Le emozioni che di questo incontro porterò con me sono la meraviglia per la freschezza delle sue idee e la vivacità del suo eloquio, nonché l’ammirazione per la libertà di pensiero che si pone in antitesi al conformismo del politicamente corretto. Un vero incontro dialettico con una persona integra ed autentica”.
Davanti ad un pubblico attento e partecipe in presenza ed in collegamento, oltre alla parola, ad impreziosire l’evento è stata la musica suonata dal vivo al pianoforte. Sono stati eseguiti brani di Ravel, Schumann e Corea, che ci hanno suggerito come la poesia e la musica possano essere spazi efficaci di esplorazione dell’anima e della condizione umana.
La manifestazione “Cafès Littèraires” è sponsorizzata dal Gruppo “Augusta Ratio” con la Società Levigas e vede l’organizzazione della dott.ssa Rosanna Carabellese (Cultural Manager della Fondazione Battista), secondo cui: “L’approccio poetico dell’Autrice de Pinto offre una prospettiva nuova ed intensa, che arricchisce la nostra stagione dedicata ai temi dell’Umano in un mondo sempre più mediato dalla tecnologia. Attraverso la sua voce e la sua sapienza, la vera poesia si rivela non solo testimonianza, ma vitale percorso di introspezione e comprensione civile”.
Altro responsabile dell’incontro è il dott. Luca Carnicelli (Project Manager della Fondazione) che dichiara: “L’intellettuale Jole de Pinto ci ha guidati in un viaggio in cui arte e verità si intrecciano in un dialogo profondo. Ha mostrato come la cultura sia fondamentale per esplorare l’animo umano e gli eventi sociali, illuminando le sfumature più intime della nostra esistenza”.
Articolista ed opinionista televisiva, la de Pinto in conclusione illustra il senso della vita: “Hanno provato a darne definizione filosofi, teologi, statisti e pure scienziati ed artisti. A mio avviso, in questo frangente storico, si protegga l’essere pensante al di sopra di social, era post – digitale ed intelligenza artificiale incombente. Ricordando il “gnoti se autòn” di Socrate, ci si sforzi di rimanere se stessi in qualunque momento e in qualunque circostanza. Mentre, nell’abbondanza dei diritti acquisiti, che si ricorra una volta per tutte anche al perseguimento del senso del dovere di ciascuno e al ripristino della Memoria, non come nostalgia ma come grimaldello per il recupero della nostra inalienabile identità, pur tra le numerose tragedie del vivere”.
Ma l’ospite dell’evento prova a dare anche una definizione suggestiva di come scoprire il senso della propria esistenza: “Immagino un percorso che ha inizio con la nascita e che non ha mai reale fine. Spesso portato avanti per circostanze, a volte per eredità sociali, non sempre per scelta consapevole. Ad un tratto notiamo che intorno a questo percorso ci sono alcuni viottoli o piccoli sentieri. Molto spesso non ci accorgiamo della loro presenza, a volte ne percorriamo qualcuno solo per un po’. Ma non sappiamo per certo dove possono mai portarci. Ecco, credo che questo sia il senso della vita: accorgersi delle infinite possibilità che essa stessa offre. A tal proposito va riscoperto il concetto della predestinazione. Anche perché è comune un po’ per tutti commettere errori. Ma andarsene senza averli compresi, vanifica il senso stesso dell’esistenza”.
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