Come evolve il lavoro nell’era digitale: le prospettive per il 2024
Il lavoro nell’era digitale. Con l’avvento delle tecnologie digitali il mondo del lavoro è notevolmente cambiato e sempre più spesso si parla di nuove dinamiche in cui flessibilità, innovazioni e cambiamenti strutturali rappresentano i pilastri delle relazioni professionali. Il 2024 sembra destinato, da questo punto di vista, a confermare i trend più in voga e […]
Il lavoro nell’era digitale.
Con l’avvento delle tecnologie digitali il mondo del lavoro è notevolmente cambiato e sempre più spesso si parla di nuove dinamiche in cui flessibilità, innovazioni e cambiamenti strutturali rappresentano i pilastri delle relazioni professionali. Il 2024 sembra destinato, da questo punto di vista, a confermare i trend più in voga e a vederne avviati altri molto interessanti. Ecco dunque cosa attendersi nei prossimi 12 mesi.
Flessibilità ed equilibrio: le basi per un lavoro più soddisfacente.
Sulla scia di quanto visto in questi ultimi anni, il 2024 pare destinato a essere ricordato come l’anno in cui le politiche di lavoro ibride e flessibili diventeranno la norma. Questo cambiamento risponde alla crescente esigenza di adattarsi alle preferenze dei dipendenti e attirare talenti da tutto il mondo, combinando in maniera efficiente la presenza in ufficio con la possibilità di svolgere le proprie attività da casa o da qualunque altro luogo in cui vi sia una connessione a internet. Sebbene non manchino tutt’ora i detrattori dello smart working, si è potuto osservare come questo fenomeno abbia alimentato in tempi brevi un vero e proprio movimento di lavoratori interessati a collaborare solo in questa modalità, con l’obiettivo di migliorare la qualità della propria vita.
Le stesse aziende, tra l’altro, riescono ad accedere in questo modo a un pool di talenti più diversificato, tant’è che si prevede un notevole aumento dei lavoratori da remoto in Italia, che potrebbero raggiungere i 3,65 milioni entro il 2024, secondo le proiezioni dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano.
Crescita del nomadismo digitale in Italia.
Accanto al fenomeno dello smart working si sente parlare sempre più spesso di nomadismo digitale, ossia la possibilità di lavorare a distanza scegliendo di vivere in qualsiasi parte del mondo. Si tratta di un altro trend in forte crescita, favorito ovviamente dalle opportunità garantite da internet. La rete consente, infatti, di svolgere molte attività professionali senza vincolarsi a un ufficio fisico, un approccio molto apprezzato da numerose società digitali, come quelle che si occupano di gioco online: la realizzazione e gestione di piattaforme per giocare al blackjack e agli altri svaghi da casino da PC e da mobile, infatti, in molti casi punta su team internazionali i cui membri sono connessi tra loro via web.
Secondo gli esperti, il 2024 vedrà una crescita significativa del nomadismo digitale in Italia, con una tendenza a spostarsi verso destinazioni più variegate e la formazione di comunità di nomadi digitali più stabili. A tal proposito, aumentano le preferenze per piccoli borghi e città di medie dimensioni, poiché offrono uno stile di vita autentico e costi di vita più accessibili, un fattore che determinerà la crescita dei coworking e dei co-living in queste nuove destinazioni.
Nuove politiche governative per attrarre lavoratori da remoto.
In un’era caratterizzata da cambiamenti così profondi, la politica non può non considerare i nuovi trend lavorativi ed è per questo chiamata a legiferare per dare un maggiore riconoscimento alle nuove modalità di lavoro e garantire a tutte le parti diritti e doveri adeguati.
Il 2024 vedrà dunque una maturazione delle politiche governative mirate ad attrarre lavoratori da remoto. Molti Paesi, per esempio, stanno proponendo visti speciali per nomadi digitali, anche se potrebbero essere differenze sostanziali tra nazione e nazione. La prospettiva più in voga è quella di adottare politiche meno incentrate sugli sgravi fiscali e più orientate alla creazione di comunità integrate e sostenibili, ma sarà fondamentale porsi anche l’obiettivo di attrarre professionisti con stabilità finanziaria e favorire la responsabilità sociale.
Professionisti in ambito HR specializzati nel remote working.
Se il lavoro da remoto ha letteralmente cambiato le carte in tavola per ciò che riguarda i rapporti tra aziende e lavoratori, è inevitabile l’aggiornamento delle competenze per i professionisti impiegati nel campo delle risorse umane, chiamati a gestire nella maniera più efficace possibile le nuove modalità lavorative.
Il 2024 vedrà dunque emergere figure HR specializzate nella gestione del lavoro da remoto, abili a gestire le pratiche amministrative legate al lavoro a distanza, ma anche a confrontarsi con aspetti cruciali come il benessere dei dipendenti. Con il lavoro da remoto, mantenere un alto livello di engagement diventa prioritario, ma sono richieste strategie innovative per costruire una cultura aziendale coesa nonostante la distanza fisica. La formazione a distanza diventerà così un elemento chiave, a patto di avere a disposizione programmi efficaci e tecnologie avanzate per garantire esperienze formative immersive e personalizzate.
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