Agricoltura biologica per il clima: Bill Gates e il suo rimedio.
Sembra che da poco tempo il grande industriale Bill Gates, uno degli uomini più ricchi della Terra, abbia intenzione di finanziare un progetto per oscurare il sole o meglio gestirne l’intensità della radiazione solare che raggiunge la Terra in modo da ridurre le capacità di riscaldamento globale, quando e laddove è necessario.
Detta così e in questi semplici termini potrebbe essere, di primo acchito, una soluzione interessante che, con mezzi fisici e chimici adeguati, potrebbe risultare positiva per l’Umanità.
Citare la proposta di Bill Gates è d’obbligo per la dimensione economica e intellettuale dell’uomo, ma anche per la dimensione fisica aerospaziale. Infatti, il progetto “Stratospheric Controlled Perturbation Experiment (ScoPEx)” serve a inviare e posizionare in alta atmosfera (20 Km) un pallone aerostatico pieno di carbonato di calcio (milioni di tonnellate di polvere di carbonato di calcio) nella stratosfera per bloccare parte dei raggi solari.
L’obiettivo è abbassare la temperatura del pianeta e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Un primo esperimento in piccola scala verrà condotto sul cielo del New Mexico. Questo progetto di contrapposizione al riscaldamento globale prodotto, in parte, dall’uomo è, per ora, solo un’idea e non si conoscono gli eventuali danni per la respirazione dell’uomo dopo che i gas sono ritornati a terra.
Comunque, la risposta popolare sembra molto dubbia e critica poiché alcuni hanno già iniziato a proporre moratorie con raccolta di firme anche perché, si tratterebbe, tra l’altro, di un “progetto di geo-ingegneria” che, come ormai dicono in giro, normalmente intacca aspetti militari.
In ogni caso, si impone una descrizione semplice del progetto, non ancora ben divulgato. Prima di tutto è un progetto che riguarda l’intera atmosfera, quindi l’aria sovrastante ogni suolo e ogni popolo della Terra. La buona educazione e il principio di uguaglianza fra i popoli impongono che tutti i popoli lo autorizzino o, al minimo, che sia autorizzato dall’ONU.
Relazione di Franco Prodi.
Recentemente c’è stato un interessante, dettagliato e colto intervento (Umbria 25 giugno 2023) da parte di Franco Prodi sul cambiamento climatico prodotto da effetti astrofisici ed astronomici. L’insieme delle radiazioni (fotoni luminosi) che arrivano sulla Terra provengono dalla Luna, dal Sole, da tutta la radiazione interna al sistema solare, dalla radiazione spaziale e interstellare che definiscono le fluttuazioni di intensità di radiazione luminosa.
Un fotone molto energetico proveniente, per esempio dal sole, arriva nell’atmosfera terrestre e produce almeno una decina di nuovi fotoni ma di bassa energia che si distribuiscono nella biosfera terrestre, riscaldano la superficie terrestre e la illuminano in modo sopportabile da parte dell’uomo. Se invece la lampada Sole, che è e rimane una sorgente a bassa entropia, comincia a emettere un numero spropositato di fotoni energetici (fotoni caldi) ognuno dei quali ne riproduce, in media, almeno dieci a bassa energia (fotoni freddi), il clima terrestre ne risente e quindi cambia anche velocemente.
Quindi la componente naturale astrofisica e astronomica è essenziale per il riscaldamento globale della Terra. Si tratta sempre di sorgenti energetiche a bassa entropia. Si sa, infatti, che la Terra irradia calore, ossia fotoni freddi, verso il cielo nero. Ben noto è che sussiste un bilancio energetico secondo cui l’energia che entra è più o meno uguale all’energia che esce. In media, la biosfera nello scambio, non guadagna energia (calore): così la vita sulla Terra funziona (o dovrebbe funzionare in media bene!).
Se invece, come descritto anche nella relazione da Franco Prodi, la quantità di energia proveniente dal Sole e dallo Spazio aumenta in modo consistente, allora l’equilibrio finisce e ne segue automaticamente il riscaldamento termico globale e il cambiamento climatico terrestre: sostanzialmente un potenziale disastro per l’Umanità.
Tuttavia, questi fenomeni (descritti in modo breve) non escludono affatto che vi possano essere altre cause, ad esempio cause antropiche [emissioni da produzione di fossili (gas, petrolio e carbone), inquinamento da gas di riscaldamento delle automobili, riscaldamento delle case, incendi boschivi, ecc.] di generazione di altri fotoni a media e bassa energia. Di conseguenza aumenta l’intensità della radiazione attorno alla Terra producendo effetti di riscaldamento simili.
L’AGROBIOLOGIA FONDAMENTALE DELLA FAO.
Già prima della COP 26 di Glasgow, il Direttore Generale della FAO “Qu Dongyu” aveva dichiarato esplicitamente che:
“bisogna cercare modi innovativi per rendere i nostri sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili; quindi rendere i suoli sani sono fondamentali per raggiungere questo obiettivo”.
La ben nota richiesta consiste nel gestire i suoli in modo sostenibile e riabilitare suoli agricoli e praterie degradate e quindi aumentare la Fertilità del Suolo (FdS; Fig. N° 0).

Inoltre può aiutare a mitigare gli impatti della crisi climatica e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare e la nutrizione. I terreni sani si sono dimostrati non solo più produttivi, ma anche più resilienti ai cambiamenti climatici e agli eventi estremi.
A tale scopo, la FAO ha lanciato due nuovi strumenti pratici progettati per incoraggiare il mantenimento e il sequestro del carbonio organico nel suolo: ossia per realizzare uno dei rimedi chiave più importanti per l’azione per il clima.
Come già detto, il sequestro del carbonio comporta la rimozione dell’anidride carbonica CO2 dall’atmosfera sotto forma di carbonio organico del suolo (Soil Organic Carbon – SOC). Questo processo di cattura di CO2 nel suolo è considerato un modo efficace per ridurre i gas effetto serra. Gli agricoltori sono avvantaggiati da un suolo ricco di carbonio che diventa più sano e più fertile, non solo ma il processo stesso contribuisce a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e i “Sustainable Development Goals” (Gli Scopi di Sviluppo Sostenibile).
I due prodotti presentati dalla FAO vanno inclusi nella iniziativa RECSOIL.
- Una mappa globale che illustra quanto e dove la CO2 può essere sequestrata dai suoli (il GSOCseq). Questa cosiddetta procedura GSOCseq della FAO è la prima stima globale del potenziale di sequestro di SOC in tutto il mondo. La mappa offre vari livelli di informazioni, aiutando gli utenti a visualizzare dati cruciali come gli stock SOC iniziali e gli stock SOC previsti in vari scenari di gestione del suolo, nonché i tassi di sequestro per ogni scenario.
Secondo questa mappa, i suoli – se gestiti in modo sostenibile – possono sequestrare fino a 0,56 Peta-grammi di carbonio – o 2,05 Giga-tonnellate di CO2 equivalente – all’anno, con il potenziale di compensare annualmente fino al 34% delle emissioni globali di gas serra dell’agricoltura.
- Un manuale tecnico di buone pratiche per sequestrare e mantenere gli stock di SOC nei suoli. Questo secondo prodotto lanciato dalla FAO è un compendio di buone pratiche per gli agricoltori su come mantenere gli stock di SOC e come sequestrare la CO2. Risultato di tre anni di sforzi collettivi di oltre 400 specialisti provenienti da tutto il mondo, il manuale tecnico in sei volumi è il primo tentativo di raccogliere buone pratiche di gestione del suolo supportate da solidi dati scientifici sugli impatti di queste pratiche sul contenuto SOC in una vasta gamma di ambienti e usi del suolo. Dai metodi di rotazione delle colture affinati nel corso di migliaia di anni, alle moderne tecniche di gestione dei nutrienti, il manuale tecnico offre soluzioni pratiche per ogni tipo di terreno e situazione.
CARBON RUSH.
Si cerca di sintetizzare l’analisi delle misure di CO2 in questi ultimi 3 anni ossia includendo il periodo del Covid-19 facendo anche riferimento ai risultati dei vari “gap report” dell’ONU ecc. Per oltre un decennio, questi rapporti tecnici sull’emissione di gas serra nel mondo hanno elaborato previsioni limitate al 2030 al fine di cercare di suggerire di evitare – in vari luoghi della Terra – di raggiunge quantità superiori di CO2 per evitare impatti elevati sull’ambiente locale, in particolare italiano.
Purtroppo i vari “Gap Reports” verificano che in questi ultimi 2 o 3 anni dopo il Covid-19, si sta verificando nel Mondo un incremento medio di temperatura di 3°C ben superiore al valore previsto dagli accordi di Parigi per mantenere l’aumento di Temperatura T entro i 2°C ossia perseguendo il fine del raggiungimento massimo di 1,5°C.
Come purtroppo sperimentato dagli italiani durante questa estate del 2023, l’Italia sta sperimentando un grande fenomeno di riscaldamento climatico con elevati aumenti di temperatura media al disopra di 35°C nel centro sud mentre al nord accadono fenomeni strani di uragani e grandine, piogge elevate ecc. Tutta la situazione è ben descritta e controllata dai vari Uffici Meteorologici Italiani.
Al momento le misure di anidride carbonica CO2 sono alquanto discordanti a seconda della sorgente. In ogni caso la diminuzione del 25% di anidride carbonica prodotta dal Covid-19 è stata recuperata velocemente. È quindi in atto un ritorno di aumento di gas serra in tutti i relativi effetti negativi. Esistono quindi molte interpretazioni diverse degli effetti dell’aumento di anidride carbonica, alcune completamente opposte fra loro.
SEQUESTRO di CO2.
Il degrado di un terzo dei suoli mondiali ha già rilasciato nell’atmosfera fino a 78 Giga-tonnellate di carbonio. Ulteriori danni agli stock di carbonio del suolo attraverso una sua cattiva gestione ostacolerebbe quindi gli sforzi per contenere l’aumento delle temperature globali.
Appare ormai dimostrato che, a mano a mano, che nell’atmosfera viene disperso più carbonio di quanto non ne venga sequestrato nel suolo, il clima cambia anche se la percentuale di cambiamento non è stata misurata in modo preciso. Ciò impone l’attuazione di cambiamenti nelle pratiche agricole, per calmierare il ciclo che potrebbe accelerare ulteriormente il cambiamento climatico. Come verrà meglio specificato in seguito, una delle preoccupazioni più serie è rappresentata dai cosiddetti “punti caldi” come le torbiere, le terre nere, il permafrost e i prati, che contengono la più alta quantità di carbonio organico nel suolo.
Con la premessa introduttiva su esposta, il problema dell’anidride carbonica CO2 si inquadra nella disputa globale ma ha i suoi particolari aspetti con i suoi specifici risvolti.

La soluzione intelligente è sempre quella di rafforzare la protezione ambientale contro fenomeni estremi che influenzano tutto il clima globale ed in particolare rafforzare l’agrobiologia. In questo panorama, il sequestro di anidride carbonica (CO2) è un processo importante per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
La fig. N° 2 mostra una sintesi dei magazzini globali e delle emissioni globali di carbonio CO2. L’agricoltura biologica è stata identificata come una soluzione potenziale per aumentare la capacità di sequestro di CO2, grazie alla sua maggiore diversità di specie vegetali, al rispetto dei cicli naturali e agli aspetti non inquinanti delle pratiche agricole più sostenibili.
In agricoltura biologica il sequestro di CO2 è un processo che avviene naturalmente poiché la pratica dell’agricoltura biologica si basa sulla conservazione del suolo, sulla rotazione delle colture, sulla riforestazione, sulla conversione dei terreni incolti e su altre pratiche che aiutano a conservare le risorse naturali.
Ciò consente di sfruttare al meglio la luce solare e l’acqua per promuovere l’assorbimento di anidride carbonica da parte delle piante. La pratica dell’agricoltura biologica (Fig. N° 1) può ridurre significativamente gli inquinanti e la CO2, ma non esiste una cifra esatta in termini di quantità; questo perché dipende dal tipo di agricoltura, dal tipo di prodotti coltivati, dalle risorse impiegate e dalla regione in questione.
In generale, l’agricoltura biologica sfrutta una serie di pratiche per ridurre al minimo l’utilizzo di fertilizzanti chimici, pesticidi e altri prodotti chimici dannosi per la salute. In questo modo si evitano le emissioni di inquinanti nocivi nell’aria e si riduce la quantità di CO2 nell’atmosfera. Inoltre, l’utilizzo di compost e humus aiuta a migliorare la fertilità del suolo, in modo che la terra possa fornire nutrienti alle piante senza l’utilizzo di fertilizzanti.
In che quantità l’agricoltura biologica in Italia potrebbe ridurre gli inquinanti e la CO2, e come farà, con l’humus del terreno aumentato e non distrutto da petrolchimici?
Ben noto è che il sequestro di anidride carbonica (CO2) è un processo importante per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

L’uso di “compost” nell’agricoltura biologica aiuta anche a migliorare il contenuto biologico del suolo e aumenta la quantità di carbonio sequestrata. La quantità di CO2 sequestrata dipende dai diversi fattori ambientali, quali temperature, disponibilità di acqua e nutrizione del suolo. Lo schema della raccolta globale di CO2 è illustrata in Fig. N° 3.
L’agricoltura biologica è stata identificata come una soluzione potenziale per aumentare la capacità di sequestro di CO2, grazie alla sua maggiore diversità di specie vegetali, al rispetto dei cicli naturali e agli aspetti non inquinanti delle pratiche agricole più sostenibili.
Sulla base delle ricerche condotte come su accennato, è stato dimostrato che il sequestro di CO2 è significativamente più elevato nell’agricoltura biologica che non nell’agricoltura convenzionale.

Tuttavia, non sempre la coltura convenzionale antica dei padri (nonni, bisnonni, trisavoli ecc.) è stata ed è dispendiosa di CO2 anzi molte volte ha reso sempre più vivibile il suolo e la vita degli uomini che, hanno sempre bisogno, di una certa quantità di CO2 di base. Le colture organiche hanno una capacità di assorbimento maggiore di CO2 rispetto alle colture convenzionali, con medie di sequestro di anidride carbonica fino a 2,5 volte superiori.
Secondo la visione agro-biologica (Cavalitto) di una gestione corretta dei suoli mondiali, l’Uomo potrà risparmiare 2 miliardi di tonnellate di CO2.
Questa proposizione fattiva a livello mondiale è stata proposta, in buona sostanza, dalla FAO, che ha fortemente suggerito all’uomo di realizzare una corretta gestione del suolo in modo da potere mitigare il cambiamento climatico migliorando la qualità della nutrizione e favorendo la sicurezza alimentare.
Negli ultimi anni la FAO ha anche ribadito questo approccio in occasione del lancio di due nuovi strumenti per il monitoraggio e il trattamento dei terreni. In dettaglio, la FAO e i suoi supporters tecnologici hanno fornito una sorta di mappa digitale sulle potenzialità di cattura di carbonio nelle diverse aree del Pianeta oltre ad un manuale tecnico sulle migliori pratiche di stoccaggio.
Questo progetto è stato inserito all’interno del programma RECSOIL come ha sottolineato l’organizzazione ONU, in modo da potere garantire nuove risorse a disposizione che sono e saranno pensate per incentivare la tutela della salute dei campi e la riduzione delle emissioni di gas serra.
di Giuseppe Quartieri, Presidente CTS dei Circoli dell’Ambiente e Cultura Rurale
e Piero Quercia, Presidente AMIS
Leggi anche: Agricoltura biologica per il clima: introduzione