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Agricoltura biologica per il clima: introduzione

Agricoltura biologica per il clima: situazione climatica attuale.

Agricoltura biologica per il clima: situazione climatica attuale.

Prima di affrontare il contributo dell’agricoltura biologica per il rimedio agli effetti negativi dei cambiamenti climatici (CC) è necessario fare una premessa introduttiva sulla situazione climatica attuale. L’estate è stata caratterizzata da forti aumenti di temperatura (al centro sud italiano) mentre al Nord si sono verificati nubifragi e cattivo tempo in generale. 

Nell’ambito della ricerca scientifica sul discorso generale Globale (RG).

Tuttavia non ha senso, non è onorevole né si ha una mentalità aperta quando sul “Clima” c’è stato un fenomeno strano, forse solo tangenziale per questo oggetto: la censura eseguita dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) nei confronti dell’intervento del Premio Nobel John F. Clauser (2022) riguardante i “dogmi del clima”.

Ovviamente l’approccio del FMI è diverso da quello del Clauser. Forse il FMI pretende di avere un approccio globale al cambiamento climatico (CC) ma certamente esistono diverse altre visioni sui Cambiamenti Climatici e Riscaldamento Globale che impediscono a un premio Nobel di esporre le proprie idee e risultati scientifici. 

A parte la difficoltà di comprensione del concetto di “dogma”, espresso da Clauser, applicato ai fenomeni climatici (Cambiamenti Climatici=CC), la disputa sulla porzione percentuale di cambiamento ambientale dovuto alla porzione antropica risale ormai a diversi decenni.

In questo ambito, il Premio Nobel Clauser ha semplicemente asserito che la componente antropica del CC è molto più bassa di quanto asserito dalla scienza ambientale ufficiale (IPCC ecc.).

Così il Prof. Antonino Zichichi ha una posizione analoga a quella di Clauser. Di fatto, il 25 luglio 2023, sul giornale quotidiano “La Verità” è uscito un articolo sul Premio Nobel John F. Clauser (2022) che ha detto:

La narrazione popolare sul “climate change” riflette una pericolosa corruzione della scienza che minaccia l’economia mondiale e il benessere di miliardi di persone. La “fuorviante scienza del clima” si è trasformata in una massiccia pseudoscienza giornalistica choc. A sua volta, la pseudoscienza è diventata “capro espiatorio” di un’ampia varietà di altri mali non correlati. In USA, il primo emendamento prevede che vengano censurati sui “social” gli scienziati che diffondono evidenze scientifiche diverse da quelle imposte dal Governo. In sé e per sé, questo evento non riguarda la “Scienza” e, in particolare, la “Scienza Ambientale” poiché gli aspetti, le critiche, gli atti e gli eventi del “mainstream” sociale e giornalistico non sono inclusi nel concetto e “comparto scientifico”. La scienza procede con leggi sperimentali e teoriche riconosciute dalla “Comunità Scientifica” (come lo sviluppo di modelli matematici). Purtroppo ogni “concetto fuorviante” è pericoloso per la scienza stessa e quindi anche per la “scienza del clima”.”

Altri Premi Nobel (Giorgio Parisi, Carlo Rubbia ecc.) hanno espresso pareri a favore dell’IPCC.

In genere, alcune Associazioni Scientifiche hanno affermato che al momento sembra che la “scienza dei cambiamenti climatici e riscaldamento globale” stia diventando uno degli argomenti preferiti dai giornalisti. Gli argomenti fondamentali, quindi, rimangono i rimedi e le azioni correttive da eseguire per migliorare il clima. L’agricoltura biologica è uno dei rimedi fondamentali. 

Recentemente, due ricercatori “Peter Ditlevsen & Susanne Ditlevsen” hanno elaborato una ricerca pubblicata su “Nature Communications” (in riferimento) riguardante il ribaltamento della circolazione meridionale atlantica (AMOC, da non confondere con la corrente del Golfo) che potrebbe avere gravi ripercussioni sul clima nella regione del Nord Atlantico con futuro collasso, influenzando l’agricoltura e la vita di milioni di persone fra pochi decenni.

La crisi del clima impatta in modo forte sui sistemi oceanici!

Questo argomento è uno degli aspetti preoccupanti dei cambiamenti climatici che è stato affrontato dall’IPCC con le simulazioni del modello “Climate Model Intercomparison Project (CMIP)” con la previsione – molto improbabile – di un collasso completo entro il 21° secolo.

L’indebolimento della circolazione atlantica prodotta dal ribaltamento verso uno stato climatico indesiderato è, tuttavia, una preoccupazione crescente con l’aumento delle concentrazioni di gas serra.

Il lavoro dei due Ditlevsen prevede, in modo statistico, il collasso di AMOC per metà del 21esimo secolo a causa di problemi antropici che producono gas serra. In altre parole, quest’ultimo lavoro scientifico considera la componente antropica non trascurabile anzi considerevole per i cambiamenti climatici

Così, il (nostro) gruppo segue questo problema sin dall’inizio e da allora è convinto che la percentuale di cambiamenti climatici e, in particolare, di inquinamento ambientale (Riscaldamento Globale RG) dovuta alla componente antropica è dell’ordine di almeno il 40%. Tuttavia, come dimostra l’ultima decisione del FMI su Clauser, potrebbero sorgere dei dubbi, in generale, ma non riguardanti l’ultimo periodo di meno di due secoli inquinanti prodotti dalla rivoluzione industriale.

Appare del tutto razionale credere nella componente astronomica solare che continua in modo forzante a condizionare il clima terrestre con l’aumento delle intensità e frequenze dei cosiddetti “flare” solari (relazione di Franco Prodi), oltre alla serie di variazioni interne del nucleo terrestre (Giuliana Conforto: doppia girazione interna ecc.). 

In generale, questi elementi come altri elementi astrofisici non possono essere trascurati e non lo sono da nessuno, quindi nemmeno dall’IPCC. Giustamente, continuano a sussistere le teorie, i metodi e le verifiche sperimentali dell’IPCC alle quali si oppongono alcune teorie, metodi e valori sperimentali ottenute e presentate dai cosiddetti “negazionisti” ecc.

Nel loro ultimo lavoro Prestininzi e gli altri sono stati molto esaustivi e propositivi nel proporre i “Dialoghi sul Clima tra Emergenza e Conoscenza” e quindi richiedere una discussione aperta con i responsabili dell’IPCC e con i relativi “pari merito”. No answer! 

Questo nostro gruppo di ricerca (CARC, AMIS) e di lavoro si interessa e si cimenta con il problema ambientale e con la percentuale della componente antropica della CC e RG da almeno 3 decenni, ma rimane convinto – nonostante le posizioni dei vari Premi Nobel (Clauser ecc.) – che la componente antropica può raggiungere e raggiunge normalmente un valore del 40% minimo di inquinamento e di causa dei cambiamenti climatici.

Inoltre la nostra critica fa notare che le varie esternazioni scientifiche prodotte dai vari Negazionisti (Rif. Alberto Prestininzi et alter) ottenute con elaborazioni specifiche di andamenti nel tempo, ad esempio di singole variabili ambientali come la Temperatura T, oppure la CO2 sempre lungo la linea temporale, ma non si nota un’integrazione fra i vari andamenti e non si legge alcuna considerazione delle altre 30 variabili naturali che concorrono alla costruzione delle variazioni climatiche ambientali.

Almeno, l’IPCC ci tenta anzi molte volte tanto da includere le altre variabili ambientali (umidità, pressione, vento, pioggia, neve, radiazioni, ecc.). In altre parole, entro certi limiti l’IPCC mostra di avere un approccio di tipo “sistemico” mentre sembra che questi “negazionisti” non ne abbiano alcuna idea e siano completamente asserviti alla loro super-specializzazione.

Forse anche il Premio Nobel Clauser, e chi come lui non fa ragionamento di sistema, deve essere incluso nella classe dei negazionisti super-specialisti. A questo tipo di scienziato si può applicare la famosa definizione di Bertrand Russell:

lo specialista sa tutto su un argomento che va sempre più assottigliandosi sino a sapere tutto su nulla. 

In questo quadro generale, si pone il nostro lavoro sull’agricoltura biologica e sulla cattura del CO2, ambedue intese come componenti fondamentali dei rimedi climatici.

Secondo la coppia Ditlevsen, il motore principale del cambiamento climatico è definito dal logaritmo della concentrazione atmosferica di CO2 che, in realtà, è aumentata quasi linearmente con il tempo nel periodo industriale.

Gli autori sostengono che i loro risultati sono robusti, senza fare ipotesi specifiche riguardo al driver dell’AMOC.

Va ricordato che l’agrobiologia è stata concepita negli anni ’50 del secolo scorso dall’inglese Albert Howard con la sua “scuola di coltivazione biologica”. Quindi è il caso di ricordare alcuni lavori italiani passati in materia di agrobiologia ed effetto solare:

  1. In primo luogo il lavoro elaborato [La conversione biologica dell’energia solare] dal prof. Italo Federico Quercia e dal dott. Piercamillo Quercia nell’anno 1978 e pubblicato su “Le Scienze”.
  2. Lavori e presentazioni in Power Point in diversi Congressi da parte di Piero Quercia e da Laura Quartieri (alla Casa dell’Aviatore, e altri Centri Congressuali).
  3. Quindi i lavori più recentemente molti lavori di professori di agrobiologia appartenenti ad Associazioni come AIDA, CREA ecc.
  4. Utilizzo biologico dell’energia solare e dei depuratori anaerobici di Roma elaborato dal prof. Giuseppe Lucchetta negli anni ‘80 del secolo scorso, anche come artefice della bonifica pianura pontina e iniziatore, assieme con professori tedeschi e altri, della civiltà autarchica agro-biologica negli anni 1930. Tali terre sono ancora fertilissime e sequestrano grandi quantità di CO2 anche oggi dopo quasi 100 anni!

Per concludere questa premessa iniziale si vuole solo notare che, nella prima decade di agosto 2023, il Presidente Mattarella ha convocato una riunione internazionale per discutere dei cambiamenti climatici a livello mondiale.

di Giuseppe Quartieri, Presidente CTS dei Circoli dell’Ambiente e Cultura Rurale 

e Piero Quercia, Presidente AMIS

Leggi anche: Cambiamenti climatici ed eventi estremi

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