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Ditteri: emergenze sanitarie improrogabili

Ditteri: emergenze sanitarie improrogabili

Emergenze sanitarie causate da Ditteri vettori di organismi patogeni.

Le estati sempre più calde e piovose, unitamente ad inverni sempre più miti, gli spostamenti mondiali di persone e merci e gli scambi commerciali, hanno reso sempre più critica la diffusione di malattie ormai eradicate in Europa o addirittura di provenienza extra continentale, soprattutto africane ed asiatiche. I maggiori vettori di queste malattie sono animali: in special modo Ditteri.

Ditteri: Zanzare, Flebotomi, Mosche, Tafani, ecc.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), le eziologie costituiscono il 17% delle malattie infettive. Analizzando con maggior dettaglio, possiamo facilmente renderci conto che la maggioranza di queste sono trasmesse da Insetti: Pulci e Cimici, ma soprattutto da Ditteri.

In particolare la maggiore eziologia al mondo è la malaria, il cui vettore è la femmina delle Zanzare del Genere Anopheles. Questa costituisce la malattia più diffusa al mondo dopo la tubercolosi.

Secondo l’OMS, sono infettati cinquecento milioni di individui, per il novanta per cento nell’Africa Subsahariana, e la malattia causa ogni anno la morte di un milione di persone, per la maggior parte bambini africani sotto i cinque anni.

La malattia, a causa dei danni che provoca all’organismo (soprattutto a milza e reni), anche quando non uccide, è altamente invalidante e costituisce una causa del ridotto sviluppo economico-sociale dove è maggiormente diffusa.

L’OMS ritiene che sono a rischio di contrarre la malaria circa 2 miliardi di persone.

Anche le femmine di Zanzara del Genere Aedes trasmettono malattie molto diffuse, potenzialmente in grado di rivaleggiare con la malaria per diffusione: sempre citando l’OMS, questa ritiene che le persone a rischio di contrarre la febbre dengue siano oltre due miliardi e mezzo, divise in più di cento Paesi.

L’Aedes costituisce il vettore anche della chikungunya, della febbre gialla e della febbre della Rift Valley, mentre la ben più diffusa in Italia Culex, trasmette l’infezione da virus del West Nile, la filariosi linfatica e l’encefalite giapponese.

I Flebotomi sono vettori della leishmaniosi e della cosiddetta febbre da pappataci (anche chiamata febbre da Flebotomi). I Simulidi costituiscono i vettori dell’oncocercosi, generalmente conosciuta come cecità fluviale.

Tra i Muscidi, va senz’altro nominata la tripanosomiasi africana, diffusamente conosciuta come malattia del sonno. Ovviamente, potrei continuare questo terrificante elenco, come pure aggiungere altri organismi vettori, ma ritengo che il quadro delineato sia abbastanza chiarificatore.

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Ditteri vettori di organismi patogeni.

Mezzi di contrasto alla diffusione delle eziologie.

Ovviamente è ozioso chiedersi come limitare l’esportazione accidentale di vettori infetti: bisognerebbe sottoporre a controlli, improponibili su vasta scala, molte tipologie merceologiche importate (pneumatici ed altri manufatti che favoriscono il ristagno d’acqua, frutta tropicale, imballaggi, ecc.

Pertanto l’unica strategia efficace, oltre quella, ovvia, di predisporre i presidi sanitari per questa tipologia di emergenza, è costituita da:

  • un’efficace, puntuale e diffusa opera di “protezione passiva” costituita dalla manutenzione e la disinfestazione regolare di canali, spurghi, fogne e raccolte d’acqua in genere;
  • dalla rimozione e dal divieto di disperdere rifiuti;
  • dall’obbligo di predisporre sottovasi delle piante d’appartamento con rame (è sufficiente un po’ di filo spellato e grattato per eliminare la protezione).

Altrettanto urgente, adottare un’efficace rete di monitoraggio meteorologico, attivando la disinfestazione ogni qual volta sia necessario.

Diviene anche di cruciale importanza garantire l’accesso all’acqua potabile anche a chi vive ai margini della società, al fine di evitare il diffondersi di contenitori d’acqua dispersi sul territorio.

Parimenti urgente dotare i pronti soccorsi di strutture adeguate per i migranti affetti da patologie, evitando il contatto con il sangue dei malati; poiché, oltre alla puntura del vettore entomologico, solo il sangue del malato può diffondere la malattia.

Particolarmente critico diviene il controllo sanitario dei migranti e dei turisti che provengono da aree dove queste eziologie sono diffuse. Parimenti importante poi la collaborazione, diretta o tramite l’OMS, con i Paesi dove le malattie sono diffuse.

ditteri nel mondo
Diffusione-della-malaria. Fonte-OMS-2000-2015.
ditteri in grafico
Ciclo del Plasmodium della malaria. Internet.

Eradicazione.

Oltre il contrasto passivo alla diffusione dei vettori entomologici, come zanzariere, trappole e repellenti, risultano vincenti metodi di lotta attivi. Fra questi, attualmente l’utilizzo massivo degli insetticidi è il più diffuso, in passato l’unico utilizzato.

Il primo insetticida veramente efficace, non solo contro i Ditteri, è stato il DDT (diclorodifenitricloroetano). Parliamo di un organoclorurato, successivamente accusato di essere causa dell’assottigliamento delle uova dei Falconidi e della persistenza nell’ambiente dei suoi metaboliti. In effetti queste accuse si sono dimostrate infondate. Ma questa non costituisce la sede opportuna per discuterne.

A chi è interessato posso fornire ampia documentazione comprendente un mio articolo.

Successivamente sono stati messi a punto altri insetticidi, dimostratisi non altrettanto efficaci. Si è anche provato con la lotta biologica, ma i risultati, in special modo contro Zanzare, Mosche e Tafani sono stati inferiori alle aspettative.

Un metodo valido per il contenimento delle Zanzare è rappresentato dalla tecnica del maschio sterile.

Messo a punto nel 1979 dal compianto Prof. De Murtas dell’ENEA, in origine per combattere la Mosca dell’Ulivo, tenuto conto che le femmine dei Ditteri si accoppiano una sola volta. Purtroppo, è difficile utilizzarlo a grandi scale, nazionali e continentali.

immagine ditteri
Femmina di Anopheles.

Alcuni anni orsono, due ricercatori dell’ENEA hanno messo a punto una tecnica per sterilizzare i maschi sotto il microscopio, ma questo è inattuabile su grandi popolazioni. Un sistema simile era stato approntato in Sud America.

Una tecnica che si sta dimostrando valida, attualmente utilizzata sull’Anopheles gambiae, è l’impiego di anticorpi monoclonali da utilizzare contro le proteine delle ghiandole salivari (Brennan JDG et al, PNAS Online 2000).

A Terni, recentissimamente, il Parassitologo molecolare, Professor Andrea Crisanti, ha messo a punto una metodologia per ottenere solo maschi, cambiando quindi la sex ratio (ossia il rapporto maschi femmine). Questa metodologia presenta il vantaggio di abbassare progressivamente la popolazione di Zanzare, oltre al raggiungimento a breve termine dovuto al fatto che i maschi non pungono.

Altre tecnologie utilizzate in ambito genetico sono attualmente in fase avanzata di studio ed attuazione.

Personalmente ho ideato un progetto di ricerca finalizzato “Against Malaria”.

Attualmente in fase di realizzazione grazie ad una collaborazione non onerosa ENEA/Università Ambrosiana, cui partecipa il professor Brera, Rettore dell’Università Ambrosiana.

Come più sopra ricordato, la malaria è causata da Protozooi del Genere Plasmodium, di cui quello che determina la forma più grave della malattia è il Plasmodium falciparum, che provoca il più alto tasso di mortalità fra gli infestati.

Il vettore che trasmette il Plasmodium all’uomo é la femmina delle Zanzare del genere Anopheles.

Questa inocula il parassita, allo stadio di sporozoo, quando punge l’ospite per nutrirsi del suo sangue, in quanto questo è presente nelle sue ghiandole salivari e viene inoculato insieme con “l’anestetico” che serve a non far percepire immediatamente la puntura alla vittima.

Come noto, le Zanzare completano il ciclo vitale in acqua: allo stadio larvale, quando è presente il Plasmodium, questo viene ingerito e rimane nello stomaco dell’Insetto. Durante la metamorfosi, i tessuti si modificano profondamente e, attraverso due membrane, il Plasmodium arriva alle ghiandole salivari, da dove continua il suo nefasto ciclo.

La metodologia da noi sviluppata prevede l’utilizzo di molecole di sintesi volte ad interrompere il ciclo del Plasmodium, impedendo a quest’ultimo di arrivare alle ghiandole salivari dell’Anopheles dallo stomaco dell’Insetto.

Questo è possibile, come evidenziato nel corso del nostro studio, finora propedeutico, per mezzo di un prodotto di sintesi, individuato dal professor Brera, innocuo per la salute di uomini ed animali e che non si accumula nell’ambiente, che con tecniche di “Human Ecology” è possibile facilmente immettere nelle acque stagnanti, luogo di riproduzione privilegiato delle Zanzare.

Il prodotto in oggetto impedisce al Plasmodium di attraversare le due membrane, modificando il leggerissimo campo elettromagnetico delle stesse. In tal modo, le Zanzare, pur pungendo, non trasmettono la malattia.

Leggi anche: Lotta alla Malaria e DDT

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Ettore Ruberti

Naturalista, giornalista scientifico. Professore di Biologia, Chimica, Fisica e Geografia fisica presso il Liceo Scientifico e Linguistico “Maroni” di Varese dal 1983 al 1989. Giornalista free lance, dal 1977, con collaborazioni con le seguenti testate: La Prealpina, Il Giorno, La Stampa, Inquinamento, Il Medico e il paziente, Oasis, Geodes, Migratori Alati, Le Scienze, Petrolieri d’Italia, Ambiente, ecc. Redattore da luglio 1988 a febbraio 1990 presso la rivista Acqua & Aria. Attualmente scrive, per conto dell’ENEA e come attività intellettuale su 21mo Secolo, MuseoEnergia, L’Eco dei Laghi, ecc. Collaborazioni con Enti ed Istituti di ricerca nel campo zoologico, in particolare inserito nel Gruppo di Lavoro Uccelli Migratori dell’Organizzazione Ricerche Ornitologiche dell’RGF dal 1978 al 2010, in cui curava anche l’informatizzazione e l’elaborazione statistica dei dati validati dall’INFS di Bologna e dall’IWT di Slimbridge. Partecipazione gratuita e svolta fuori dall’orario di lavoro, dal 2011, con la Fondazione Gianfranco Realini per la valorizzazione del territorio che si occupa di Zone Umide (paludi, canneti rivieraschi, torbiere, ecc.), in relazione alla possibile partecipazione (in collaborazione con due gruppi di lavoro dell’ENEA Casaccia) ad un progetto LIFE. Collaborazione con l’Università di Pavia, in seguito ad una richiesta ufficiale di quest’ultima all’ENEA, volta alla classificazione di Aracnidi ed Insetti. Collaborazione portata a termine. Collaborazioni con vari Editori per opere editoriali nei campi suddetti e per la referizzazioni di studi e ricerche. I campi in cui ha acquisito le maggiori competenze sono: Entomologia, Aracnologia, Erpetologia, Evoluzionismo, Gestione delle Risorse naturali, Fotografia e Cinematografia Scientifica, Microscopia (sia ottica che elettronica), oltre naturalmente all’elaborazione e gestione dell’informazione, sia a livello divulgativo che scientifico Dipendente dell’ENEA dal 9 aprile 1990, Assunto per concorso per assunzione in prova, con qualifica di giornalista scientifico (7° livello) (Gazzetta Ufficiale – IV Serie Speciale – “Concorsi ed Esami” – n. 103 del 30 dicembre 1988) approvata dal presidente dell’ENEA con delibera n. 24/89/G del 21/12/89, cui si richiedevano almeno otto anni di esperienza nei settori giornalistico scientifico e didattico (provati con ampia documentazione), con graduatoria 95/100. Assunzione divenuta a tempo indeterminato dopo sei mesi (sempre al 7° livello). Inserito nella Divisione Relazioni Esterne, sede di Milano, si è occupato di diffusione dell’informazione, con interventi anche in ambito scolastico ed universitario, organizzazione di Convegni, Conferenze, ecc., spesso ha anche coadiuvato il personale della sede, in particolare Dr. Sani, Dr. Gavagnin, Prof. Bordonali, Sig. Griffini, Dr. Valenza, Prof. De Murtas. Ha pubblicato vari articoli sulla problematica relativa agli OGM sulla rivista “AgriCulture”, aprile 2003, su Migratori alati nel 2001, 2002, 2003, 2004, su La Padania nel 2005, 21mo Secolo.Dal 1991 segue le problematiche relative allo sviluppo dell’Idrogeno come vettore energetico, per conto della Divisione Tecnologie Energetiche Avanzate, che rappresenta ufficialmente al Forum Italiano dell’Idrogeno, inserito nel Consiglio Direttivo e all’AIDIC dove, dal 1993 al 1997, era stato costituito un gruppo di lavoro “CO2: riduzione, contenimento della produzione e riuso” che ha cessato la sua attività nel 1997. Nel contesto di questo incarico ha organizzato vari Convegni e tenuto Conferenze in Italia e all’estero, ha inoltre pubblicato vari articoli su riviste Scientifico-divulgative, tra cui: un articolo interno su “Le Scienze” (edizione italiana di Scientific American) del settembre 2000: “Idrogeno: energia per il futuro” N° 385, settembre 2000, pag. 90/98; un articolo concernente il sistema idrogeno sul numero monografico del 1996 dell’Organo ufficiale degli Ingegneri della Svizzera italiana, pubblicato come Atti di un Convegno sull’argomento; un numero, quasi monografico, di “Petrolieri d’Italia”, 2001; alcuni articoli su 21mo Secolo dal 1994 al 2006; ha inoltre effettuato vari interventi su televisioni italiane e svizzere; .ha partecipato, nel l’ambito del Forum, in qualità di Docente al Corso sulla sicurezza del sistema idrogeno, tenutosi nel 2002 presso l’Istituto Superiore Antincendio dei Vigili del Fuoco, sotto l’egida del Ministero degli Interni. E’ coautore del libro bianco sull’idrogeno “Linee guida per la definizione di un piano strategico per lo sviluppo del vettore energetico idrogeno”, scritto dai membri del Forum. Ha presentato, primo in Italia, un lavoro concernente l’utilizzo di nanotubi di carbonio per l’accumulo ed il trasporto dell’idrogeno (sotto forma di poster), al SolarExpo di Verona nel dicembre 2000. Nell’ambito degli incarichi portati a termine, ha seguito, per conto del Professor Umberto Colombo, gli sviluppi delle ricerche sulla Fusione Fredda, campo in cui ha anche pubblicato alcuni articoli, ed è in corso di stampa un libro che ha scritto sull’argomento. Lavorando in questo ambito, ha acquisito una significativa conoscenza della meccanica quantistica e dei fenomeni nucleari ed elettromagnetici nella materia condensata. Per questo motivo, nel 2004 è stato eletto Membro dell’International Society For Condensed Matter Nuclear Science. E’ Autore di diverse pubblicazioni concernenti la produzione energetica per mezzo della fissione dell’atomo ed i relativi problemi legati alla sicurezza ed all’impatto ambientale. Dal giugno 1996 al giugno 2010 Ricercatore nella Divisione GEM (1996-2001) e BIOTEC (2001-2010) inserito nel Board di Direzione, anche se ha continuato a dedicare una parte del tempo (valutabile al 20% del totale) all’idrogeno. In questo ambito ha lavorato in sinergia con il Professor De Murtas, con il quale collaborava anche precedentemente. Ha pubblicato, sulla rivista Energia Ambiente e Innovazione, n° 6/1997, una monografia sull’Evoluzione Biologica, campo in cui è uno specialista. Ha sviluppato una nuova ipotesi sul ruolo svolto da un debole campo elettromagnetico in argille di origine magmatiche (le montmorilloniti) nella formazione delle prime macromolecole biologiche, ipotesi che sta sottoponendo a verifica sperimentale. In particolare, la parte sperimentale sarà sviluppata presso il laboratorio del Dr. Francesco Celani dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Laboratori Nazionali di Frascati. Sta sviluppando un sistema per la riconnessione di tessuto nervoso reciso, attualmente sui Molluschi Gasteropodi Polmonati (Limax ruber), ma con l’obiettivo di applicarlo ai Vertebrati e, quindi, all’Uomo (si tenga presente che non vi è nessuna differenza rilevante fra il tessuto nervoso dei Molluschi e quello dei Vertebrati). Ha sviluppato, in collaborazione con il Prof. Brera (Rettore dell’Università Ambrosiana), un Progetto di ricerca (Progetto Against Malaria) volto all’interruzione del ciclo del Plasmodio che causa la malaria nel ciclo biologico delle Zanzare del genere Anopheles. Progetto per cui ha proposto all’ENEA una collaborazione. Insieme con il Professor De Murtas, nel 1977, ha scritto un libro sulla Biodiversità. Attualmente è impegnato ad una revisione della classificazione animale, ai livelli superiori, in relazione ai principi della Nuova Sintesi, con gli apporti derivati dalla biochimica (non cladista, di cui rifiuta la teoria, i metodi e le finalità); sta realizzando un atlante di Anatomia degli Insetti, per cui ha elaborato una nuova tecnica di lavoro. Relatore, nel 2011, di una Tesi di Laurea concernente l’utilizzo del Batterio Ralstonia detesculanense per il sequestro dei metalli pesanti. Tesi presentata presso l’Università La Sapienza di Roma da Laura Quartieri che si è laureata con un punteggio di 107/110. Tale tesi è stata in seguito oggetto di pubblicazione su una rivista della Elsevier. Dal ’97 Professore a contratto di Biologia generale e molecolare all’Università Ambrosiana. Dal 25 settembre 2012 con qualifica accademica di Licentia Docenti ad Honorem per merito di chiara fama nella disciplina. Associato alla Società Italiana di Scienze Naturali, alla Società Entomologica Italiana, alla Società Herpetologica Italica, alla Società Italiana di Fisica ed alla Società Italiana di Biologia Evoluzionistica di cui è Socio fondatore. In passato associato all’Associazione Italiana di Cinematografia Scientifica e all’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani.

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