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Tick Tick Boom: recensione sul film che racconta la vita di Jonathan Larson

Tick Tick Boom: il primo film di Lin-Manuel Miranda omaggia l'artista geniale Jonathan Larson.

Tick Tick Boom: il primo film di Lin-Manuel Miranda omaggia l’artista geniale Jonathan Larson.

“Tick Tick Boom”, il film di Lin- Manuel Miranda, è disponibile alla visione su Netflix dal 19 novembre 2021. La pellicola, scritta da Steven Levenson, ha ricevuto due candidature ai “94esimi Oscar”: miglior montaggio e miglior attore Andrew Garfield. L’opera si basa sull’omonimo musical teatrale autobiografico che racconta la vita irrequieta di Jonathan Larson.

L’azione inizia nel gennaio 1990 a New York, tra Greenwich Village e Soho. Jonathan lavora come cameriere ma sogna di diventare un artista bohémien nella Grande Mela. Si vive, insieme a Larson, la settimana in cui sta ultimando il suo primo musical “SUPERBIA“.

Manca, infatti, la canzone del secondo atto, riguardante la protagonista femminile, lavoro a cui ha dedicato otto anni di vita. L’artista, finalmente, dopo tanti sacrifici e problemi personali, arriverà al workshop di presentazione dello spettacolo. Il grande pubblico, però, lo conosce con il capolavoro postumo “Rent”. Jonathan, infatti, è morto a soli trentacinque anni. Solo dopo la sua scomparsa gli sono stati assegnati un Premio Pulitzer per la Drammaturgia e due Tony Awards. Nel film di Miranda, lo spettatore conosce Larson nel periodo più difficoltoso della sua vita. Ha problemi economici, infatti non paga l’affitto da mesi.

Il ritmo forsennato di “Tick Tick Boom” è uguale a quello dell’animo di Larson.

Non si può neanche permettere una band e il suo coinquilino va via. Decide di accettare un buon lavoro, lontano dal mondo dell’arte. In Larson, inoltre, sono presenti tutti i dubbi e le paure tipiche della sua generazione, che lo fanno entrare in un mondo oscuro. In questo universo nero, rientrano tutti gli aspetti della sua vita privata, come l’amicizia e l’amore. Questo, perché, da vero artista eclettico e di enorme talento, annulla tutto ciò che ha intorno a sé per dedicarsi esclusivamente al suo lavoro. Il rapporto con la sua fidanzata ne risente moltissimo, nonostante la pazienza e il sostegno da parte sua.

A quest’ultima, poi, non basta più la vita che fa con Jonathan. Vorrebbe, infatti, andare altrove per maggiori possibilità di carriera nell’ambito della danza. Larson, poi, è un perfezionista, quindi, non gli mancano le riflessioni sul suo presente traballante e sull’idea sottile di futuro. Nella pellicola “Tick Tick Boom” c’è tanta passione e ha un ritmo molto incalzante, proprio come il mondo dentro la testa e il cuore dell’artista. Attraverso, quindi, i dialoghi e le canzoni, si può conoscere tutta l’emotività frenetica e profonda di Larson. La regia di Miranda, inoltre, pone l’accento su due ambienti: quello intimo (casa sua) e quello lavorativo (palcoscenico teatrale).

Andrew Garfield in “Tick Tick Boom” fa emozionare e commuovere, con una performance da Oscar.

Poi esiste un posto in cui coesistono la realtà che si plasma con i pensieri e le emozioni dell’artista, descritti alla perfezione in una rappresentazione veritiera dello stato d’animo di Jonathan

Uno degli elementi migliori dell’opera è la performance di Andrew Garfield, meritevole dell’Oscar. L’attore, infatti, regala agli spettatori uno straordinario Larson, pieno di passione, turbamenti, sensibilità e profondità. Garfield è molto credibile nei panni di questo eccezionale artista, soffre e si emoziona proprio come se sentisse davvero ciò che ha provato Larson. Attraverso le parole e le musiche delle sue canzoni, trapela il dolore dell’artista.

Larson, poi, si trova ad affrontare anche la veloce diffusione dell’AIDS. Riguardo a questo, infatti, crea una delle canzoni più emozionanti e commoventi dello spettacolo. Ci sono anche altri temi che vengono trattati con molta sensibilità, tra i quali l’omosessualità, il bigottismo, la discriminazione e il rifiuto della persona sieropositiva da parte della società.

“Tick Tick Boom” rimane un film molto particolare, forse, non di facile visione ma pieno di bellezza e amore per l’arte.

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Renata Candioto

rcandioto

Sono diplomata in sceneggiatura alla Roma Film Academy (ex Nuct) di Cinecittà a Roma. Amo il cinema e il teatro. Mi piace definirmi scrittrice, forse perché adoro la letteratura e scrivo da quando sono ragazzina. Sono curiosa del mondo che mi circonda e mi lascio guidare dalle mie emozioni. La mia filosofia è "La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”.

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