Memorie dell’Uomo “A”: il nuovo libro di Fabio duranti
Memorie dell’Uomo “A”. Fabio duranti (Milano 1969) è un autore che sposa la sua innata ricerca interiore con la scrittura, senza compromessi o semplificazioni. Da oltre 35 anni approfondisce tematiche filosofiche, religiose ed esoteriche, sempre attingendo alle proprie esperienze personali basandosi sulle fonti originali delle varie correnti storiche. Questa sua ultima opera “Memorie dell’Uomo “A”, […]
Memorie dell’Uomo “A”.
Fabio duranti (Milano 1969) è un autore che sposa la sua innata ricerca interiore con la scrittura, senza compromessi o semplificazioni. Da oltre 35 anni approfondisce tematiche filosofiche, religiose ed esoteriche, sempre attingendo alle proprie esperienze personali basandosi sulle fonti originali delle varie correnti storiche.
Questa sua ultima opera “Memorie dell’Uomo “A”, si potrebbe definire di stampo manicheo: l’uomo “A” nega tutto dell’universo manifesto, la “A” sta appunto per negazione totale, Asociale, Atemporale, etc. etc., ma nel suo sistematico negare, arriva a negare anche la sua negazione ultima, per affermare così la profondità sconosciuta della sua essenza più intima.
Frutto di riflessioni a mente libera, scritto con l’intuizione del cuore, il libro spazia nei giardini della metafisica pura, riedificando concetti vedantini ed ermetici, ma partorendo altresì nuovi teoremi filosofici.
“Festa e bagordi sembra la vita umana, ma nel suo interno vi sono solo ossa e dolori”.
Il problema millenario dell’essere umano viene subito preso in considerazione: bisogna vivere solo per divertirsi e passare il tempo?
La scelta della nostra razza di legarsi alle sensazioni che i sensi donano, in realtà solo in apparenza profumano di gioia e letizia. Al loro interno vi sono le carcasse della perdizione, dovuta questa allo spreco del tempo a noi concesso. In apparenza tutti son felici, ma solo in apparenza: all’interno dell’anima vibra costantemente la tristezza, il malumore e la paura della morte.
“Seppur a milioni siano passati i pensieri nella mia mente, oggi non bado più a questi visitatori: pochi o tanti che siano stati, risultano essere in questo istante presente solo dei viandanti passeggeri”.
Il problema della mente e del pensare non potrebbe che essere preso in considerazione: spinoso problema! Svuotare la mente del normale flusso di idee, deve essere il primo e più importante problema dell’asceta. In effetti è come se il flusso ordinario di pensieri non ci appartenga, ma non è che si arrivi a non pensare più. La mente deve essere ricondotta ad uno stato educato, per così dire, centrata nell’attimo presente che funga da specchio limpido quale interprete non distorta della realtà.
“Frecce e saette sono i dardi del destino, cosicché la corazza dell’uomo è sempre ogni giorno piena di buchi e ferite”.
La crisi esistenziale dell’uomo, millenario problema di pensatori e filosofi, è così presa sottomano, cercando una via di uscita che sia moderna, ma nel contempo non fuoriesca dai sentieri antichi.
“Simile all’oro è il luccichio dell’egocentrismo, ma la similitudine non è certo uguaglianza; ciò che è simile lo è nell’apparenza, quel che è uguale lo è nella sostanza”.
Il problema della morte mistica dell’io viene accerchiato in tutto lo svolgersi del testo, per l’autore è la base di tutta la sua vita di ricerche… vien detto che la morte mistica è l’inizio della vita eterna, e il Duranti, come ipnotizzato della realtà della morte presente ovunque nel nostro universo, scardina con le parole il lezzo della mortalità, a volte riuscendo in teorie a dar alle sue parole un sentore di liberazione, altre volte accerchiando solo di riflesso la natura immortale che, a detta dei grandi, costituisce le reali fattezze dell’anima umana.
L’autore, girando nel labirinto della sua anima, gioca con l’alchimia delle parole, il gioco serio del filosofo. Diremo altresì che tal cosa non è un vero gioco ma una spinta propulsiva a rompere tutti i limiti che legano l’essere umano al mondo.
“Giorno dopo giorno l’esistenza si alterna, tra il chiarore del sole e la luce della luna; questa rotazione è il perpetuo movimento del gioco dinamico delle stagioni della dea Maya”
Ecco il fondamento incrollabile su cui si basa l’opera dell’autore: “la vita è sogno” come ben disse Calderon de la Barca, e bisogna svegliarsi dallo stato onirico ordinario, totalmente, completamente!
Questo di cui state leggendo la recensione, è il settimo libro pubblicato da Fabio Duranti.
A differenza degli altri, è più positivo e meno problematico degli altri, anche se in apparenza potrebbe sembrare il contrario. Frutto di pensieri sorti prima della pandemia, la cui stesura è avvenuta in un periodo oramai sorpassato e maturato, rispecchia un vedere le cose che comunque è Atemporale. Lo stile dell’autore è assai sciolto e poetico, e rende giustizia all’ispirazione sottile delle muse immortali. Chiude il libro una serie di aforismi interessanti, molto metafisici.
Questi aforismi sono tutti ampliamente commentati, per rendere intellegibile il pensiero dell’autore. Il libro è edito dalla “EDIZIONI ESTER”, nella collana “ALTRA CONOSCENZA”. Per chi fosse interessato ad approfondire questa piccola perla dello gnosticismo, può acquistare l’opera su tutte le piattaforme importanti presenti online, o direttamente dal sito della casa editrice.
Questa breve descrizione del libro di Fabio Duranti, vuole essere un impulso alla riflessione, in questa epoca caotica, nervosa e dissonante cosicché terminiamo il tutto con il contenuto della pagina 199, sottolineando il fatto che il libro è scritto in circa 350 pagine stampate.
"La dea Maat, con la sua bilancia simbolo di giustizia, quindi è paragonabile anche a Nemesis, che regge i destini degli uomini. Ogni microsecondo siamo soppesati dalle leggi del Dharma, per usare un termine affine alla giustizia, e quindi, a dir si voglia, i piatti della bilancia del destino oscillano sempre in ogni momento verso le opere buone o quelle dissonanti. Tutta la vita dovrebbe essere improntata nel cercare di far crescere sempre di più le qualità luminose dell'anima, poiché a che servirebbe possedere tutte le ricchezze del mondo se alla fine perdessimo la nostra anima, l'unica cosa veramente a noi intima e base della nostra stessa esistenza?"
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