Brama | il romanzo emotivo e vertiginoso di Ilaria Palomba
La solitudine di Bianca, protagonista di Brama di Ilaria Palomba, parla chiaro: la giovane donna urla, grida, impreca dolore, e nonostante sia circondata dai genitori, lei non fa altro che vederli come due persone di troppo. Loro non la capiscono. Sono figure ridondanti, fuori luogo. In loro è troppo evidente la vergogna che proverebbero nell’avere una figlia pazza. “Devi sforzarti di stare al mondo. Ma poi cos’ha di così brutto questo mondo, me lo spieghi?”. Queste sono le parole del padre, le quali non fanno altro che sottolineare una distanza, una incomunicabilità.

Ilaria si abitua fin dai suoi primi anni alla presenza/assenza dei suoi genitori. Il padre è un continuo abbraccio mancato a quella bambina che ne aveva tanto bisogno. La madre, invece, c’è solo quando lei si ammala, o fa qualcosa di estremo, meritevole quindi della sua attenzione.
Nasce qui, forse, il continuo e insistente desiderio da parte di Bianca di ricevere occhi, sguardi, che le dicano quantomeno un “per me sei importante”. I suoi rantoli di sofferenza, per ogni uomo che nella sua vita non le abbia dato abbastanza considerazione, nascono da un’infanzia dove per poter avere i riflettori della scena puntati su di sé, doveva prendere il ragù, e rovesciarselo in testa. Perché Bianca, in fin dei conti, vuole solamente amore.
E lo cerca immergendosi nelle tenebre, negli eccessi, nell’idealizzazione, dello smarrimento di se. L’autrice non fornisce al lettore una rappresentazione dualista del mondo, semmai mostra come l’essere umano sia guidato e si lasci guidare dalla sua natura egoistica e da una pulsione oscura e caotica che inducono i personaggi a voler vivere quasi ad occhi chiusi.
E lo fa avvalendosi di un linguaggio che è vertigine e che trascende la parola come semplice mezzo di comunicazione, rendendo lo squilibrio equilibrio tra il non vedersi e il tentativo famelico di vedersi, tra ideale e reale, tra voglia di normalità e voglia di vivere l’amore e la vita in mondo non convenzionale, ordinario.
C’è brama di transverberazione in questo romanzo, e nella protagonista, ovvero il desiderio più o meno conscio di essere assalita dalle ferite dell’amore come avviene a Santa Teresa d’Avila durante l’estasi. Nonché dalla tentazione di vivere e di esistere, di aggredirsi, diventando metafisicamente stranieri.
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Casa Editrice: Giulio Perrone Editore
Collana: Hinc
Genere: Romanzo psicologico
Pagine: 240
Prezzo: 16,00 €