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Il Dynamic Business Model Canvas: breve introduzione

Il Dynamic Business Model Canvas: l’evoluzione dinamica del modello di business.
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Il Dynamic Business Model Canvas: l’evoluzione dinamica del modello di business.

Dynamic Business Model Canvas
Dynamic Business Model Canvas.

Il Dynamic Business Model Canvas è il culmine di tutte le argomentazioni presentate fino ad ora sui Modelli di Business.

Il Dynamic Business Model Canvas
Il Dynamic Business Model Canvas.

Abbiamo visto infatti come si è formata la Dynamic Performance Management, attraverso l’integrazione dei modelli di Performance Management con la metodologia della System Dynamics (vedi qui).

Prendendo questo risultato, e incorporandolo nella teoria della progettazione dei Business Model, possiamo teorizzare un ulteriore approccio in ottica di sviluppo strategico di quest’ultimi, ovvero il Dynamic Business Modelling.

Come schema generale, non possiamo non fare riferimento quindi al Business Model Canvas di Osterwalder (vedi qui) e sue declinazioni (vedi qui), ottenendo il Dynamic Business Model Canvas.

Principi del Dynamic Business Model Canvas.

Il Dynamic Business Model Canvas, ha nelle sue fondamenta gli stessi blocchi presenti nel Canvas originario di Osterwalder.

Su essi poi vengono configurati le notazioni grafiche esaminate nella System Dynamics e per le correlate prospettive concettuali della Dynamic Performance Management, instaurando graficamente molte connessioni fra le due filosofie manageriali.

Delineiamo con maggiore chiarezza queste relazioni menzionate, riferendoci alle figure a corredo del contributo. Abbiamo scelto la forma schematica per offrire al lettore un’immediata comprensibilità e un facile raffronto.

Evidenziamo innanzitutto che gli elementi dei blocchi del Canvas sono riconfigurati  in accordo con la notazione System Dynamics. Infatti possiamo vedere le Risorse chiave, i Processi chiave e i Segmenti di Clientela come variabili di accumulazione (stock).

La Proposta di Valore, la Struttura dei Costi ed il Flusso dei Ricavi vengono delineate invece come variabili di flusso (flow).

Continuando, l’introduzione di variabili input poi rappresentano le decisioni imprenditoriali utili per ottenere un incremento delle prestazioni d’impresa e dunque permettono di cambiare di conseguenza le strategie in itinere.

… continua

In maniera analoga, abbiamo delle leve strategiche formate  da variabili decisionali su cui i gli imprenditori possono operare per il raggiungimento di determinati obbiettivi. Connettiamo queste tipologie di variabili associate negli elementi dei vari blocchi, sempre seguendo la System Dynamics, e costruiamo dunque varie mappe causali come i Causal Loop Diagrams” (CLD’s) e gli “Stock and Flow Diagrams” (S&FD’s).

Esplicitiamo perciò tramite questa infrastruttura molteplici i circuiti di retroazione (feedback loop). Come abbiamo già visto possono essere positivi (rinforzanti) o negativi (contro-bilancianti).

Rendiamo il quadro ancora più completo, innestando poi su questo impianto vari indicatori economici chiave di prestazione (KPI), come ad esempio il ROI, ROE, Utile d’esercizio e dividendi, NPV (Net Present Value), Produttività e Ritardi nelle consegne ed altri.

I risultati del Dynamic Business Model Canvas.

I dati estraibili dal contesto così architettato consentono la produzione di affidabili statistiche, report e grafici. La lettura di  questi documenti consentono di trarre conclusioni sui comportamenti di una o più determinate azione compiute o futuribili, il loro impatto sulle altre funzioni aziendali e le loro conseguenze sulle prestazioni aziendali.

Questo ambiente di simulazione si avvale dell’aiuto di potenti e ben strutturati software. I prodotti e risultati appena menzionati assumono varie denominazioni a seconda degli vari cultori della materia.  “Micromondi” per Papert (1980),  “Virtual world” secondo Schön  (1983), “Learning Laboratories” (Senge e Sterman 2000) e “Management Flight Simulators” (MFS’s – Sterman 2000).

Tutte queste definizioni hanno dei punti in comune, ovvero sottolineano l’importanza dei processi di apprendimento strategico. Lavoriamo, come comprensibile, in un luogo protetto e sicuro, interfacciandoci graficamente con lo schermo di un computer. Ciò significa evitare le lunghe e spesso dispendiose analisi sul campo, peraltro a volte gravose nel senso organizzativo e logistico.

La filosofia di fondo del Dynamic Business Model Canvas.

Siamo di fronte ad un nuovo framework, in cui, ripetiamo, un modello di Dynamic Performance Management è progettato e costruito sull’infrastruttura di base del Business Model Canvas. Per offrire una maggiore integrazione fra le due “anime”, sfruttandone i punti di contatto, sono state effettuate delle piccole modifiche.

Precisamente, i Canali Distributivi e le Attività Chiave sono racchiusi in un’unica sezione, cosi come le Relazioni con la Clientela ed i Segmenti di Clientela. Questo anche con l’intenzione di rendere maggiormente comprensibile visivamente lo schema. Il Dynamic Business Model Canvas conserva ancora naturalmente una filosofia di fondo sintetica e selettiva del Business Model Canvas, ma viene sviluppata in profondità.

Ad essere precisi, livelliamo quelle carenze di cui era affetto il Canvas originario. Vengono ora sottolineate ed esplicitate le relazioni causali – indicate dalle frecce presenti nel grafico – fra gli elementi/variabili inseriti nei blocchi e che costituiscono la formula imprenditoriale.

Diamo così ora ai portatori d’interesse un’innovativa prospettiva sistemica e dinamica sui fenomeni aziendali e sulle strategie. Il Dynamic Business Model Canvas ha come fulcro centrale ancora la Proposta di Valore.

Essa interagisce con la metodologia Dynamic Performance Management per l’appunto attraverso l’introduzione al suo interno di un gruppo di indicatori misuranti le prestazioni aziendali, come già visto.

Questi indicatori sono relativi ad altri valori di riferimento (benchmark) conseguiti da alcuni concorrenti oppure dall’intero mercato di riferimento. Gli indicatori sono fondamentali in quanto consentono di quantificare la creazione di valore, misurando  ad esempio la competitività dell’impresa stessa.

Gli scopi del Dynamic Business Model Canvas.

Con l’approccio del  Dynamic Business Model Canvas misuriamo e gestiamo le prestazioni, e sviluppiamo una maggiore percezione sull’equilibrio e le scelte fra il breve ed il lungo periodo di esse.

Il Dynamic Businesss Model Canvas ci permette di affrontare di petto la gestione delle “costanti variabili” dell’incertezza, della complessità, della dinamicità e delle relazioni causa-effetto.

Sappiamo benissimo che tutti questi fattori permeano sia i mercati di riferimento sia il singolo complesso aziendale, intrecciandosi fra questi ultimi. Autorevole letteratura aziendalistica lo qualifica come strumento lean, ovvero agile, snello e flessibile sia in fase di start-up sia nelle fasi successive. Tutto questo quasi come una “cassetta degli attrezzi” strategica, che ha come utensili la modellazione e la simulazione.

Bibliografia.

F.Cosenz, G.Noto.  “Il Dynamic Business Model: Una prospettiva dinamica per la progettazione dei modelli di business”.

F.Cosenz.  “Conceptualizing Innovative Business Planning Frameworks to Improving New Venture Strategy Communication and Performance. A Preliminary Analysis of the ” Dynamic Business Model Canvas” “.

F.Cosenz, G.Noto.   “Turning a business idea into a real business through an entrepreneurial learning approach based on dynamic start-up business model simulators”. (#)

F.Barnabè, M. Fei, C. Mocenni, E. Sparacino .   “Strumenti di simulazione per il controllo di gestione: dall’Analisi dei Sistemi alla System Dynamics”.

E.Mollona. “Modellazione, simulazione e apprendimento : L’ approccio System Dynamics al controllo della strategia”.

Leggi anche: Il Business Model Canvas nella cultura d’impresa

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Fabrizio Turi

Di Ostuni ( Br ) laureato in Economia Aziendale presso l'Universita degli studi di Bari , Business Advisor - Consulente aziendale per lo sviluppo d'impresa.

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