Augusto De Luca: introduzione.
Augusto De Luca, (Napoli, 1 luglio 1955) è un fotografo e performer. Ha ritratto molti personaggi celebri. Studi classici, laureato in giurisprudenza. E’ diventato fotografo professionista nella metà degli anni ’70. Si è dedicato alla fotografia tradizionale e alla sperimentazione utilizzando diversi materiali fotografici. Il suo stile è caratterizzato da un’attenzione particolare per le inquadrature e per le minime unità espressive dell’oggetto inquadrato.
Immagini di netto realismo sono affiancate da altre nelle quali forme e segni correlandosi ricordano la lezione della metafisica. E’ conosciuto a livello internazionale, ha esposto in molte gallerie italiane ed estere. Le sue fotografie compaiono in collezioni pubbliche e private come quelle della International Polaroid Collection (USA), della Biblioteca Nazionale di Parigi, dell’Archivio Fotografico Comunale di Roma, della Galleria Nazionale delle Arti Estetiche della Cina (Pechino), del Museo de la Photographie di Charleroi (Belgio).
Augusto De Luca si racconta.
“Ho iniziato a fotografare verso la metà degli anni ’70 mentre ero iscritto alla facoltà di Giurisprudenza a Napoli. E’ stata una cosa improvvisa e casuale, un colpo di fulmine. Alla fine degli anni ’80 la mia produzione che era a colori mutò completamente perché la galleria Ken Damy di Brescia per una mia mostra volle un lavoro totalmente nuovo e inedito, così realizzai “Magic Weekend” in un bianco e nero molto duro e pieno d’atmosfere surreali. Giuseppe Alario, direttore della Kodak nel centro-sud, facendomi letteralmente “bruciare le tappe” mi catapultò poi nell’ambiente della fotografia italiana.
Contemporaneamente a Napoli cominciai a frequentare artisti, fotografi e gallerie d’arte. In quel periodo era quasi d’obbligo soprattutto per noi giovani essere presenti ai vernissage di quattro grandi galleristi: Lucio Amelio, Lia Rumma, Peppe Morra e Pasquale Trisorio. Era li che si cresceva, si imparava e si incontravano grandi artisti internazionali come Warhol, Beuys, Haring, Mapplethorpe, Rauschenberg e tanti altri.
L’atmosfera effervescente e il fermento di quegli anni alimentava la nostra creatività; c’era quasi un’ esigenza, una necessità, un’urgenza di creare, inventare, scoprire…Era un periodo di pura RICERCA. Insomma Napoli negli anni ’70 / ’80 era veramente un’ esplosione, un’eruzione vulcanica, una colata lavica d’ingegno e potenza creativa.
Negli anni ’70 la fotografia come documentazione o riproduzione della realtà in Italia cambia completamente referente, diventa mezzo di ricerca creativa ed espressiva personale, accostandosi maggiormente al concetto di arte; nasce la fotografia artistica o creativa.
Personalmente, dopo vari esperimenti, passando al bianco e nero ho cominciato a “modificare” la realtà lavorando esclusivamente sui tagli e sulle inquadrature, riducendo al minimo l’uso del Photoshop per scurire e schiarire o al massimo eliminare piccole parti dell’immagine. L’invenzione nasce allora soltanto dalla correlazione o scontro-incontro nell’inquadratura di elementi o soggetti-oggetti che, in quanto scelti, mi appartengono ed esprimono una parte di me.
Forse col tempo sono diventato un “purista” della fotografia che, con un solo scatto, esaurisce pienamente e interamente il processo creativo”.
ALCUNE MIE CITAZIONI:
- Ho sempre avuto dentro di me il germe dell’uomo madre; la creatività mi ha sempre accompagnato…
- Ho cercato sempre di esprimermi con uno stile ben preciso ma attraverso tutti i materiali e i formati. Desidero scoprire come la mia creatività si manifesta nelle diverse circostanze.
- La geometria mi serve come grammatica del linguaggio espressivo nell’immagine. Lo scheletro strutturale, la composizione e il taglio geometrico servono a dare una chiave di lettura all’immagine.
- La grande fotografia è realizzata al momento giusto, ma ha bisogno anche di un taglio giusto che valorizza quell’attimo… La fotografia deve vivere di contenuto e di forma, quella che vive solo dell’uno o dell’altro non rimane… Io ho molte anime, che vengono fuori a mesi o anni alterni. Sono fotografo, performer, avvocato, collezionista, musicista. Tutto questo fa parte di me, io non elimino niente, semplicemente permetto alle mie diverse anime di alternarsi… Se fotografi per gli altri, non verrà mai fuori la tua essenza, finirai per fare cose che hanno fatto tutti, solo perché sai che piacciono… Attraverso le mie foto vengono fuori le mie idee, le mie passioni, i miei mostri, chi sono e cosa penso.
- La luce evidenzia ma, con l’ombra, elimina dando all’immagine valori di profondità, di terza estensione e possibilità sottrattive… Credo che l’impegno e la tecnica si possono raggiungere con la volontà e lo studio mentre l’inventiva e la passione costituiscono qualcosa in più in quanto elementi innati e inesorabilmente speciali
- Mi sento navigatore, o meglio, esploratore dell’immenso universo dell’arte. L’artista è uno scopritore, cerca le chiavi per aprire la porta delle emozioni e delle sensazioni. L’arte è il luogo dove razionalità, fantasia, verità e finzione si sposano creando una miscela esplosiva.
- Ogni mia foto è filtrata dall’EMOZIONE, dal rapporto che si crea tra me ed il luogo da ritrarre. Quando vedo qualcosa che mi attrae, comincio a girarci intorno per trovare la MIA inquadratura. È un lavoro su di me e sulla città al tempo stesso.
Leggi anche: Carla Fracci – un ricordo: ritratto fotografico di Augusto De Luca